Circa un anno fa pubblicai due post che avevano come argomento la più piccola unità di combattimento degli incursori di Marina: la coppia subacquea.
In quei due post affrontavo l’argomento della coppia subacquea romanzando un po’ il racconto, con il chiaro intento di rendere partecipe il lettore circa le difficoltà che i due operatori devono affrontare durante un attacco navale, ognuno secondo il proprio incarico.
A distanza di una anno, con il testo che segue, voglio riportarvi testualmente cosa recita il più volte citato libro di testo “Addestramento al combattimento (acqua)” edizione 1962” circa il ruolo e i compiti della coppia subacquea.
In pratica, le prime nozioni del combattimento subacqueo che ancora oggi vengono insegnate agli allievi della Scuola Incursori.
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L’unità di impiego subacqueo inscindibile è la coppia.
I motivi per cui si è giunti a questa determinazione sono molti e confortati dall’esperienza. Infatti mentre ogni altro subacqueo può essere assistito e guidato durante il suo lavoro, l’incursore per ovvie ragioni deve affidarsi esclusivamente alle sue forze; ma scarse sarebbero le probabilità di riuscita in una operazione effettuata da uomini isolati; i pericoli naturali e la vigile difesa nemica potrebbero facilmente debellare un uomo solo, mentre una coppia trova in se stessa maggiore forza e più risorse per superare gli ostacoli e giungere all’obbiettivo.
Si noti bene che finora si è detto “coppia” e non “due operatori”, e la differenza è fondamentale.
Infatti se è vero che una coppia è di due operatori, non sempre è vero che due operatori formano una coppia. Perché due operatori costituiscano una coppia, ossia un unico elemento di impiego, è necessaria l’unità di pensiero e di azione tra i due.
I caratteri dei componenti la coppia debbono essere in assonanza, ed integrarsi vicendevolmente.
I due elementi della coppia debbono:
- Conoscersi, stimarsi, ed avere la più completa fiducia reciproca;
- Compiere tutte le manovre insieme o comunque in modo tale che non si sia mai il caso che uno dei due faccia una cosa che colga l’altro impreparato;
- Comprendersi a cenni: non si deve mai comunicare a parole, né in superficie né sott’acqua.
Nella coppia si distingue un capo-coppia e un sezionario.
Il capo coppia ha il compito di condurre l’azione; porta gli strumenti indispensabili per seguire la direzione stabilita, conosce gli elementi su cui è stata impostata l’azione.
Il sezionario è praticamente il portatore fisico della carica; egli segue il suo capo, non gli leva gli occhi di dosso, porta la carica cercando di addossarsene il peso maggiore e, allorché si presenti la necessità di fare degli sforzi fisici, deve facilitare al massimo il capo-coppia.
I due elementi della coppia devono sapere esattamente ciò che ad ognuno compete fare a seconda delle circostanze e delle situazioni.
Essi sono materialmente uniti da una cimetta legata al polso destro del capo-coppia e al sinistro del sezionario. La lunghezza di due metri della suddetta “cimetta di collegamento” è derivata dal compromesso di essere sufficientemente lunga da consentire ampia libertà di movimenti agli operatori, e sufficientemente corta da permettere di essere a contatto visivo anche nelle peggiori condizioni di trasparenza dell’acqua.
I due operatori non devono mai dividersi per nessun motivo.
Il diuturno allenamento, la perfetta conoscenza reciproca, l’accordo preventivo su tutti i dettagli, cementano l’unità della coppia ed evitano l’insorgere di quelle situazioni psicologiche che fanno esasperare gli uomini e li stancano fisicamente e mentalmente, incidendo in maniera decisiva sul successo dell’azione.
Soprattutto è importante il comprendersi. Poche sono le comunicazioni prevedibili tra due operatori sott’acqua e sono generalmente trasformabili in segnali chiari e comprensibili mediante le braccia e le mani.
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Grazie Mauro, seppur nel linguaggio asettico di un testo in uso per l’addestramento, traspare in maniera inequivocabile l’importanza del fattore umano degli operatori, della piena fiducia nella coppia, della fratellanza che si è instaurata e delle grandi capacità conseguite con il duro lavoro. Interessante l’aspetto legato alla lunga esperienza sul campo di decine di operatori, che ‘lavorando’ nelle condizioni più disparate e difficili, hanno permesso di elaborare sagge e importanti indicazioni per mettere in condizione i nuovi operatori di ottenere i migliori risultati.