Piano di Gibilterra

Il Golfo di Gibilterra da una carta del 1704 di Louis Boudan

Il Golfo di Gibilterra da una carta del 1704 di Louis Boudan

Lo Stretto di Gibilterra dal satellite

Stretto di Gibilterra

Il Golfo di Gibilterra dal satellite

Baia di Gibilterra

La Rocca

La Rocca

La Rocca

Gibilterra e la Rocca

Batteria antinave sulla Rocca

Batteria antinave a difesa di Gibilterra

La difesa antiaerea a protezione di Gibilterra

Difesa antiaerea a protezione di Gibilterra

Chiunque controlli Gibilterra supervisiona anche il movimento delle navi in entrata e in uscita dal Mediterraneo. In termini di potenza militare e navale, pochi luoghi hanno una posizione più strategica di Gibilterra.

Con queste poche parole Larry S. Krieger nel suo libro “World History: Perspective on the past”, riesce a ben delineare quale importanza riveste per gli inglesi la piazzaforte, vera e propria porta del Mediterraneo. Piazzaforte della flotta inglese e posizione strategica per l’accesso al Mediterraneo Gibilterra, definita dal comandante Borghese “le fauci del leone accovacciato” fu teatro di numerosi attacchi da parte della Xª  con strategie diverse.

Le Colonne d’Ercole

Posta sull’estrema costa meridionale spagnola, nel punto dove l’oceano Atlantico si incontra con il “Mare nostrum“, Gibilterra è una stretta penisola di soli 6,7 km², la maggior parte dei quali occupati dalla ripida Rocca. Un promontorio terminante con Punta Europa che, insieme a Ceuta in Marocco, costituiscono l’omonimo stretto largo appena 14 km, che collega il Mediterraneo all’Atlantico. La piccola città di Gibilterra si estende alla base della Rocca sul lato ovest della penisola ed è collegata alla città spagnola di La Linea da un istmo basso e sabbioso lungo circa 1,5 km. Gibilterra, nota come la Rocca, era ed ancora oggi è una importante base aerea e navale britannica pesantemente fortificata che protegge gli interessi inglesi, essendo l’unico ingresso al mar Mediterraneo dall’oceano Atlantico.

La seconda Guerra mondiale

Con lo scoppio del secondo conflitto mondiale Gibilterra fu evacuata da quasi tutto il personale civile e potenziata con personale e strutture militari. Nel tempo sono stati realizzati nella Rocca  circa 48 km di gallerie, la prima nel 1783 lunga 148 metri, con lo scopo di farne una città fortificata nella roccia, con uffici, depositi, caserme e perfino un ospedale. Tra il 1932 e il 1936 venne realizzato anche un aeroporto, in parte sul mare, formando un terrapieno con il materiale di risulta dall’escavazione delle gallerie. L’aeroporto vanta una pista lunga poco meno di 2 km. La Rocca fu potenziata con numerose batteria antinave e antiaeree dotate tutte di proiettori per la difesa notturna nonché stazioni radio e radar.

Possibile Posto Osservazione Decima

Sede Consolato inglese

Possibile base appoggio Decima

La Decima sfida gli inglesi

Durante il secondo conflitto mondiale il notevole traffico di navi da guerra e mercantile nella baia di Gibilterra non poteva non attirare l’attenzione degli uomini della Decima. Ben presto, infatti, furono pianificate e condotte le operazioni per mettere sotto assedio, dal mare, la roccaforte inglese.

Furono le sfortunate operazioni B.G.1 e B.G.2 dell’autunno del ’40, succedute dall’altrettanto sfortunata operazione B.G.3 del maggio ’41, con il sommergibile Sciré e gli Incursori ad ingaggiare una sfida mortale con la difesa nemica. Finalmente con l’operazione B.G.4 del settembre 1941 il successo arrise ai nostri, anche se non nella misura sperata. Ancora una volta lo Sciré beffandosi degli inglesi si infilò tra le maglie della sempre più imponente difesa consentendo agli Incursori di colpire la petroliera Fiona Shell, la motonave Durham e la cisterna militare Derbydale.

La Regia Aeronautica

Anche la Regia Aeronautica tra il 1940 e il 1943 effettuò alcune missioni di bombardamento della munita base inglese. Utilizzando velivoli S.M.82 e Piaggio 108 della 274a Squadriglia Bombardamento a Grande Raggio (BGR), i velivoli italiani sganciarono bombe e motobombe “FFF”, ottenendo l’affondamento di qualche unità mercantile.

Per gli uomini della Decima, nel frattempo, la situazione, si era fatta difficile. Lo smacco subito dagli inglesi con l’operazione G.A.3 il 19 dicembre 1941 (attacco al porto di Alessandria d’Egitto con il pesante danneggiamento delle corazzate Valiant e Queen Elizabeth) pose certamente gli uomini della Decima sulla copertina dei libri di Storia. Ma permise anche ai britannici di rafforzare le conoscenze tecniche e le tattiche utilizzate dagli italiani con la diretta conseguenza che le contromisure anti mezzi insidiosi vennero notevolmente potenziate. Ne scaturì che l’impiego del sommergibile per il rilascio degli Incursori nella Baia di Gibilterra non era più possibile e, di conseguenza, non era più possibile attaccare Gibilterra dal mare.

Ma, fortunatamente, agli italiani manca tutto meno che l’inventiva. Ben presto nuove idee e nuove “armi” consentiranno ad un pugno di uomini di continuare a tenere sotto pressione l’importante base inglese. Queste “armi” sono passate alla storia come Olterra e Villa Carmela.

Olterra e Villa Carmela

Le due basi avanzate della Decima Flottiglia MAS, costituiranno una spina nel fianco degli inglesi per tutto il periodo bellico. Esse sono state la punta della lancia di una complessa organizzazione segreta che ha messo in campo numerosi attori, tra i quali spiccano i nomi di Antonio Ramognino, Giulio Pistono e Paolo Denegri.