Lo Spirito del Serchio

Alla fine degli anni ’30, sulla riva destra del Serchio vicino alla foce, venne creata una “stazione” di addestramento ad innovative forme di navigazione e di operazioni subacquee, congiuntamente a lunghe immersioni in respirazione di ossigeno sotto pressione, fino ad allora mai fatte…

…gli uomini che là si insediarono ebbero quindi la sede ideale per vivere una vita fatta di speranze, progetti, programmi ed un massacrante lavoro in mare ed in terra, con la luce e col buio, in ogni giorno che Dio faceva sorgere.

Erano uomini assai diversi fra loro, strettamente uniti da una forte tensione ideale, dalla ferma determinazione di conseguire i risultati che si erano posti, dalla continua ricerca di perfezionare i mezzi ed i modi atti a raggiungerli e, soprattutto, dell’aver dato forma ad un’etica, ad un codice di comportamento, che si definì automaticamente per l’apporto quasi casuale di tutti durante le lunghe animate esercitazioni, riempivano i pomeriggi e buona parte delle notti. L’argomento di esse era sempre uno: il Cittadino e la Nazione.

Le azioni di quegli uomini – tra cui spiccavano i Tesei, i Toschi, i Durand de La Penne, i Marceglia, i Visintini – ebbero rilevanza durante la 2a Guerra mondiale e sono ancora riportate negli annali di quel conflitto. Così come quelle dei Faggioni, i Cabrini, i Bosio, i Carabelli che con i primi dettero avvio alla formazione dei Mezzi d’Assalto della Marina ed ebbero quindi Bocca del Serchio come punto di riferimento.

Quel codice di comportamento fu definito “Lo Spirito del Serchio“, ma io ritengo che sia appropriato definirlo anche “l’Etica del Cittadino“.

A me che fui il primo diretto comandante di quel pugno di uomini, e che presi parte a tante discussioni, non risulta difficile indicarne i punti salienti.

LO SCOPO

  • Lo scopo della vita è creare, fare, dare. L’azione è gioia dello spirito.
  • Non chiedere mai alcunché ad alcuno se non a te stesso. Chiedi al tuo Dio solo e sempre la forza di “non chiedere”, ma ringrazialo continuamente per ciò che sei stato capace di fare.
  • La forza più grande dell’uomo è la volontà, quella che permette di “strappare le stelle dal cielo”, di porre il cielo come solo limite alle proprie capacità ed aspirazioni”, quella che spinge l’handicappato a cimentarsi nell’agone sportivo, a rendersi autosufficiente con il lavoro.
  • Assisti senza fine chi si impegna con perseverante sacrifico all’elevazione materiale e spirituale propria ed altrui. Ogni atto di solidarietà che proponi, sia prima di tutto ed in buona misura, a tuo carico.
  • “Una grande Famiglia donataci da Dio”. Questa è la Patria e ad essa – come tale – si devono dedizione e devozione assolute.
  • La Civiltà è il riflesso di se stessi, degli altri, delle altrui opinioni. La Cultura ha lo scopo precipuo di incrementare il grado di Civiltà degli individui.
  • La Libertà e la Pace sono – solo e sempre – il prodotto dell’impegno duro, indefesso, doloroso degli uomini di buona volontà. La costruzione umana su cui poggia la Pace ha, come chiave di volta, la Giustizia; quella su cui poggia la Libertà ha il Coraggio.
  • Il Coraggio vero, quello che conta, è il Coraggio Morale. Esso deriva dall’onestà, dal senso del dovere, dall’impegno con se stesso a tutelare i diritti umani di tutti.
  • La forza dell’amore è immensa ed immensamente benefica se ogni suo atto è ispirato e strettamente legato al rispetto della Legge degli uomini onde esso non degeneri in mollezza o, addirittura, in acquiescenza alla sua violazione. Tutto ciò che, nell’empito dell’Amore, viene dato a qualcuno in termini di tolleranza o perdono è, infatti, sottratto surrettiziamente e definitivamente alla cogenza della norma su cui si basa l’ordinata convivenza della società civile.
  • “In medio stat virtus” è saggia norma di vita ma la realizzazione della “medianità virtuosa” si deve ottenere solo e sempre attraverso la pratica  del precetto si-si/no-no, del confronto franco con l’opposto, della competizione, mai con il compromesso. La competizione leale consente infatti di evitare lo scontro crudele, impedisce che la Pace degradi nel nirvana.
  • Solo là dove ogni atto è ispirato a vivo senso di responsabilità ci può essere ordine e democrazia.
  • Prima e più che da un volo in altri cieli, l’immortalità dell’anima è costituita dalla risonanza che, a somiglianza delle onde create dalla pietra gettata nell’acqua ferma del lago, “l’elevato sentire” genera e che, a differenza di quelle, dura per sempre.

15 maggio 2005
Gino BIRINDELLI