Spartaco Schergat Eroe di un mondo ormai scomparso

Recentemente un amico mi ha fatto un dono molto gradito: il libro “Spartaco Schergat Eroe di un mondo ormai scomparso” di Andrea Vezzà.

Il libro, 139 pagine, ripercorre la vita dell’Eroe capodistriano, uno dei protagonisti dell’impresa di Alessandria, la famosa GA3.

Come riportato dall’autore nell’introduzione, Spartaco Schergat era una persona estremamente umile e fin troppo riservata, che non amava vantare le sue ardimentose gesta a cavallo degli SLC, tanto meno era alla ricerca di un pubblico riconoscimento per quanto fatto sui mari durante il conflitto.

Il 26 gennaio 2019 la Marina aveva finalmente intitolato una fregata all’Eroe capodistriano ma nel 2020, a pochi giorni dalla consegna dell’unità alla forza armata, il governo italiano ha deciso di vendere la nave alla Marina egiziana. Così Spartaco Schergat è tornato nell’oblio, ricordato solo da coloro che hanno nel cuore quel ristretto manipolo di marinai italiani.

Avrei voluto indicarvi dove acquistare il libro, ma malgrado la ricerca sul web non sono riuscito ad ottenere alcun risultato.

Pertanto, chi fosse interessato al libro consiglio di contattare la Lega Nazionale: www.leganazionale.it

Le informazioni di contatto le trovate in fondo alla homepage del sito.

Il Libro

Spartaco Schergat Eroe di un mondo ormai scomparso

Di lui ne sentii parlare in casa. Frequentavo l’Università di Trieste – facoltà di Giurisprudenza – e mio papà mi segnalò che un nostro bidello, proprio nella nostra facoltà, era un personaggio importante. Era un capodistriano che si era guadagnato la Medaglia d’Oro per imprese compiute durante il conflitto mondiale, sui Siluri a Lenta Corsa: si chiamava Spartaco Schergat.

Mosso da curiosità cercai, all’Università, di individuarlo: una persona di mezza età (tale appariva a me diciottenne), non molto altro, indossava la divisa scura dei bidelli ed era al contempo riservato, ma cordiale con noi ragazzi. Nell’insieme non sembrava proprio di trovarsi di fronte alla figura dell’Eroe. E invece Sparto Schergat era stato un vero e proprio «Eroe», come esaurientemente documentato da Andrea Vezzà.

Spartaco Schergat e Antonio Marceglia, di Pirano, tenente di vascello e suo superiore di riferimento, capaci di compiere delle imprese militari costruite tutte sull’ardimento e sul valore della persona.

Marceglia e Schergat: due Medaglie d’Oro, due Eroi, due istriani capaci di affondare, nel dicembre del ’41, nel porto di Alessandria d’Egitto, la corazzata ammiraglia Queen Elizabeth. Il tutto senza provocare morte alcuna.

A me, nato anch’io nella città di San Nazario, lasciatemi la sottolineatura di questa comunanza.

Ricordare Schergat, ricordare Marceglia è in qualche modo un rendere onore anche alla città di Nazario Sauro, alla vicina Pirano ed a tutta quell’Istria italianissima che portiamo comunque nei nostri cuori.

Nelle loro cittadine natali non c’è traccia di ricordo del loro eroismo e ciò è senz’altro un fatto iniquo.

Affidiamo anche questa vicenda alle parole del Vescovo di Trieste e Capodistria mons. Antonio Santin: «il trionfo dell’iniquità è sempre transeunte».

E – in attesa di ciò che potrà portarci il futuro – godiamoci il lavoro di Andrea Vezzà: una ricostruzione attenta e precisa non solo della storia di Spartaco Schergat, ma anche di tanti altri momenti contestuali.

Godiamoci in particolare di Spartaco Schergat la figura umana, quella dell’Eroe persona normale, quasi utile e perciò stesso particolarmente grande.

Paolo Sardos Albertini
Presidente della Lega Nazionale

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