NOI INCURSORI DELLA MARINA[…] Il T.V. Aldo Massarini, reduce della Xa Flottiglia MAS e Mariassalto, Medaglia d’Argento al Valore Militare con la “Colonna Moccagatta”, venne inviato negli Stati Uniti per ampliare le proprie conoscenze sulla condotta di Reparti Speciali. Al suo rientro, nel gennaio del 1952, venne convocato a Roma dal Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio PECORI GIRALDI, per discutere sulle capacità di organizzare un reparto di incursori, sul modello di analoghe organizzazioni operanti all’epoca presso altre nazioni. I compiti che lo Stato maggiore aveva previsto per questa nuova figura di “incursore” erano decisamente più ampi di quelli che tradizionalmente avevano visto impegnati gli eroi delle due guerre mondiali. Ad un ruolo prettamente subacqueo si intendeva agganciare capacità di combattimento terrestre, appoggio ad operazioni anfibie, eliminazione di ostacoli subacquei. In sintesi, si trattava di un vero e proprio salto qualitativo, poiché si passava dal combattere la “battaglia navale” a combattere la “guerra marittima”, allargando la gamma dei bersagli dalla nave a tutte le infrastrutture, in acqua o a terra, che in qualche modo concorrevano alla condotta delle operazioni navali. […]

Dal libro “Noi Incursori della Marina” di Antonio Brustenga

Ammiraglio Corso Pecori Giraldi
C.S.M.M. dal 10 agosto 1955 al 30 aprile 1962

Dalle memorie dell’Ammiraglio Aldo Massarini: nascita del reparto di incursori della Marina Militare

Un giorno del gennaio 1952, al termine della Scuola Comando venni convocato a Roma. Dopo un breve attesa non priva di curiosità, fui ricevuto dal C.S.M. della Marina Ammiraglio Pecori Giraldi.

Il Capo, dopo avermi dato atto della mia lunga permanenza operativa come pilota alla X Flotmas prima e Mariassalto Taranto poi, mi chiese se mi ritenevo capace di organizzare un reparto di incursori guastatori, sul modello di analoghe organizzazione NATO dell’epoca.

“Ci pensi, mi disse l’Ammiraglio, e mi faccia conoscere le sue decisioni”.

Era proprio il caso di pensarci ed a lungo, poiché le mie esperienze precedenti erano quelle di un incursore marittimo sui mezzi speciali senza esperienza di incursioni terrestri che figuravano fra i compiti previsti dallo Stato Maggiore.

Il problema organizzativo ed addestrativo mi apparve fin dall’inizio legato a fattori preminenti:

  • la necessità di uno studio dei mezzi trasportatori ed avvicinatori;
  • la necessità di un addestramento polivalente;
  • lo studio di un duro addestramento psicofisico a terra ed in mare;
  • la necesstià di stimolare “motivazioni nel personale”, alternative a quelle del tempo di guerra, e non sempre facili da ottenere e conservare in tempo di pace.

Libertà di manovra

Sciolta la riserva, ed ottenuto la libertà di manovra dal Capo di Stato Maggiore, alle sue dirette dipendenze, radunai a Brindisi le prime dozzine di volontari fra Sottofficiali, Sottocapi e Comuni e due Ufficiali, il S.T.V. Antonio BENEDETTI e il S.T.V. Luigi BOTTI.

Vestiti ed armati sommariamente, furono inviati alla scuola di Cesano agli ordini di istruttori dell’Esercito, per un corso di alcuni mesi di addestramento al combattimento terrestre. Nacque così il 2 febbraio 1952 il primo “Gruppo Guastatori della Marina” alle dipendenze logistiche di Grupforcost – Brindisi. In seguito il Gruppo Guastatori avrà modo di cambiare più volte denominazione.

Lasciato il nucleo a Cesano mi recai a La Spezia al Varignano, già sede di Maricentrosub, dove ottenni dalla Difesa alcuni locali per l’accasermamento iniziale del Gruppo.

Il primo maggio 1952 con il rientro a La Spezia degli operatori di Cesano, nacque il “Gruppo Arditi Incursori della M.M.” (GRUPPARDIN) alle dipendenze operative di Maristat e disciplinari del Comando Base di La Spezia, comandante l’Ammiraglio Giorgini, a me ben noto, perché primo comandante dei mezzi d’assalto di superficie all’inizio del conflitto mondiale.

Obbiettivi e compiti di un reparto di incursori

Nel frattempo venivano definiti dallo S.M. gli obbiettivi ed i conseguenti compiti di un reparto di incursori di limitata entità:

  • colpi di mano con il fattore sorpresa contro specifici obbiettivi nemici marittimi e terrestri;
  • appoggio ad operazioni anfibie (ricognizione e preparazione della spiaggia, eliminazione di ostacoli subacquei);
  • operazioni speciali ordinate dallo S.M..

In relazione ai compiti si andava delineando la tipologia dell’addestramento, le caratteristiche dei mezzi trasportatori ed avvicinatori, le armi, gli esplosivi, l’equipaggiamento individuale e di reparto per operazioni in mare ed a terra. Dallo studio delle notizie e dalle schede operative di reparti similari fu concordato con lo S.M. un tipo di struttura leggera, polivalente nei compiti, sul tipo del Commandos inglese.

Come nasce un reparto di incursori

Furono settimane entusiasmanti, il Gruppo aveva bisogno di tutto:

Maricommi La Spezia realizzò la prima uniforme da combattimento ed ordinaria, disegnata in collaborazione. Ordinò scarpe speciali, riprodusse le buffetterie dei Marines USA. Vorrei ricordare il nome del Maggiore di Maricommi La Spezia, che si prestò alle richieste per quanto strane o meglio insolite per lo standard marinaro, con grande spirito di collaborazione.

La Ditta Pirelli approntò un nuovo tipo di gommone capace e robusto, le canoe in gomma, sacche stagne per armi e materiali, ecc..

Un’altra Ditta di materiale subacqueo collaborò alla realizzazione di un nuovo equipaggiamento subacqueo. A tale proposito vale la pena ricordare che l’attuale vestito subacqueo in Jersey di lana gommata, è stato il frutto di nostri esperimenti ed è oggi universalmente adottato come vestito stagno.

La Ditta Beretta approntò un nuovo mitragliatore e la pistola cal. 9 lungo. Pochi forse sanno che la pistola cal. 9 lungo è nata e sperimentata a Gruppardin. Veniva così risolto il problema di un unico munizionamento per mitragliatore e pistola. Oggi il cal. 9 lungo è, come noto, dotazione presso molte nazioni.

Nella foto da sinistra in alto:

Prima riga
Giustarini, Fallo, Quattrone, Cappon, Colazzo, Barabino

Seconda riga
Bassi, Franz, Teppati Losè, Peroni, Giorgini, Kalan, Massarini, Casisa, Jervasi

Terza riga
Pagano, Longhi, Botti, Benedetti, Renna, Clama

Stralcio dell’estratto del Foglio Matricolare del Comandante Aldo Massarini al 9/11/1949

Figlio di Giovanni e Dal Carlo Giovanna, Aldo Massarini nacque a Mestre il 15 aprile 1916 ha ottenuto la Maturità Scientifica presso l’istituto “G. Galilei” di Trento il 15/7/1935.

Allievo della Regia Accademia Navale (1^ classe Corso Ufficiali di Vascello) dal 3/11/1936 si è arruolato volontario nel CREM con la matricola nr. 25748.

Trasferito dai ruoli del Regio Esercito in quelle del C.R.E.M. quale Allievo della Regia Accademia Navale il 23/11/1937, ha prestato giuramento presso il Comando in Capo della 1^ Squadra Regia Nave G. Cesare il 14/1/1940

Avanzamenti di Grado

Aspirante Guardiamarina l’8/6/1939

  • Guardiamarina nel Corpo dello Stato Maggiore con anzianità di grado al 26/12/1939
  • Sottotenente di Vascello con anzianità di grado il 19/9/1940
  • Tenente di Vascello con anzianità di grado al 24/7/1942
Destinazioni d’imbarco
  • Vespucci dal 1/7/1937 al 2/10/1937
  • Colombo dal 1/7/1938 al 24/9/1938
  • Cadorna dal 29/6/1939 al 8/6/1940
  • MAS 939 dal 29/6/1940
  • 10^ Flotmas dal 21/1/1943 al 16/10/1943
  • Gruppo Mezzi d’Assalto dal 17/10/1943 al 31/8/1944
  • Orione dal 21/1/49 al ___________
Altre destinazioni
  • Centro Subacqueo Regia Marina Direzione Gruppi Ricuperi dal 1/9/1944 al 31/7/1945
  • Disponibile a Marina Taranto dal 1/8/1945 al 5/9/1946
  • Deposito C.E.M.M. Taranto dal 6/9/1946 al 5/3/1948
  • Accademia Navale di Livorno per corso superiore dal 6/3/1948 al 2076/1948
  • Centro Marina Roma per Ufficio Stato Maggiore I.N. dal 21/6/1948 al 4/10/1948
  • Stato Maggiore Marina – Aiutante di Bandiera del Capo di Stato Maggiore dal 5/10/1948 al 4/11/1948
  • Stato Maggiore – Reparto I.N. dal 5/11/1948 al 1/11/1948
Decorazioni
  • Croce di Ferro di 2^ classe conferitagli dal Governo Germanico il 18/6/1942
  • Croce di Guerra di 2^ classe dal Comando in Capo della Marina Germanica il 23/8/1942
  • Medaglia d’Argento al Valore Militare sul campo il 4/11/1942
  • Croce di Ferro 1^ classe dal Governo Germanico maggio 1943
  • Scudetto di Crimea dalle autorità Germaniche
  • Autorizzato a fregiarsi del distintivo istituito per il personale dei Reparti d’Assalto della Marina con FOM nr. 11 del 2/7/1946
  • Croce al Merito di Guerra il 24/1/1947
  • Distintivo della guerra di liberazione contro i tedeschi con 3 stellette il 30/6/1947
Motivazione della M.A.V.M.

Primo pilota di un motoscafo d’assalto, avvistava una formazione navale nemica, composta di una motonave di circa 1.000 tonnellate di stazza, scortata sa un Incrociatore leggero, un C.T. e tre MAS, la attaccava con decisione. Oltrepassata, con audace e abile manovra, la scorta, si portava a brevissima distanza dal Piroscafo, obbiettivo principale e lo colpiva col siluro. Fatto segno ad intensa caccia da parte delle siluranti avversarie, manovrava con prontezza e perizia riuscendo abilmente a disimpegnare incolume la sua unità. Esempio di calma decisione e sfida del pericolo

Marimuni La Spezia approntò i primi zainetti esplosivi, le cariche esplosive, ed i vari artifizi per la gioia del nostro bombardiere, il popolare Capo Barabino.

Al programma addestrativo furono dedicati particolari studi valutando quanto ci fosse di più adatto alla formazione di un incursore polivalente.

Fu ed è tuttora un addestramento molto duro per terra (marce con equipaggiamente di 30-50 kg, tecnica di sfruttamento del terreno), in palestra (ginnastica, lotta offensiva e difensiva), a mare (lunga voga con battelli e canoe, nuoto pinnato ed immersioni) e nei poligoni (impiego armi ed esplosivi).

Tutte le esercitazioni di attacco furono improntate al realismo con impiego di esplosivi e munizionamento in guerra, senza trascurare rigide misure di sicurezza. Durante il mio comando, se ben ricordo, abbiamo sofferto due soli incidenti, non invalidanti.

L’entusiasmo iniziale, malgrado lo stressante allenamento, non venne mai meno, solo qualcuno si perse lungo la strada, ma gli altri tennero duro.

Ancora e daga incrociata

Così alla fine di ottobre del 1952, fiero del suo berretto verde e del suo stemma (ancora e daga incrociate), il Gruppo imbarcava su Nave Aviere per un ciclo di esercitazioni interalleate nelle acque turco – greche ed italiane.

I nostri incursori si confrontarono con successo con i Commandos inglesi, i Marines americani ed i Commandos greci, meritando encomi e riconoscimenti. L’impiego degli incursori di Marina ebbe un ragguardevole spazio nella stampa italiana dell’epoca.

Ma soprattutto l’orgoglio di non essere inferiori a nessuno, di saper superare con bravura ed ardimento tutte le prove, anche quando, per esempio, per le condizioni proibitive del mare, il “commando” italiano fu l’unico a sbarcare nella tempesta notturna ed attestarsi correttamente sull’obbiettivo.

Questi primi successi concorsero a creare quelle “motivazioni” e quello spirito di corpo che sono elemento indispensabile ai reparti di élite.

Naval Anphibious Training Unit

Lo Stato Maggiore della Marina decise di perfezionare ed arricchire la conoscenza del Comandante del Gruppo, il C.C. Aldo Massarini, con un corso per la pianificazione di operazioni anfibie presso la “Naval Anphibious Training Unit” a Little Creek negli Stati Uniti (dal 07/02/1953 al 10/04/1953).

La missione risultò molto utile. Le tecniche degli U.D.T. (Underwater Demolitions Team), a lungo sperimentate dai frog-men USA, consentirono di migliorare ed integrare i nostri programmi addestrativi.

Al mio rientro al Varignano trovai il gruppo raddoppiato con nuovi volontari. Nei due anni seguenti il gettito permise di raggiungere quell’organico che era stato stabilito dallo S.M.. Nuovi Ufficiali e graduati permisero una più equilibrata assegnazione dei compiti. Sorse logicamente la necessità di separare il reparto operativo dalle scuole e le attività vennero differenziate con la creazione di un centro incursori.

Maricentardin

Il 1° maggio 1953 fu così costituito il Centro Arditi Incursori (MARICENTARDIN) alle dirette dipendenze di Maristat.

Gli anni dal 1953 al 1995 furono gli anni dello sviluppo graduale del Centro. Fu completato il supporto logistico con l’acquisizione dei manufatti dell’ex batteria di S. Maria. Maripers istituì la categoria incursori, gli organici e gli sviluppi di carriera.

Il comando del Gruppo Operativo era stato nel frattempo assegnato ad un brillante ufficiale incursore, il T.V. Natale Proto. Il comando scuole venne affidato all’esperienza del T.V. Antonio Benedetti. L’addestramente venne rigidamente codificato, con complessi esami di fine corso per il conseguimento del brevetto e la consegna ai promossi dell’agognato basco verde.

I campi d’addestramento estivi, generalmente nelle Isole (Elba, Sardegna, Bocca di Magra), crearono un piacevole diversivo all’affollamento del Varignano, nella piena libertà della natura.

Vorrei poter elencare tutti gli Ufficiali, Sottufficiali e Comuni volontari che hanno concorso con il loro entusiasmo e con i loro sacrifici alla formazione di un reparto di élite fra i più invidiati della nostra Marina.
Il 15 novembre 1955, assegnato alla frequenza a Livorno dell’Istituto di Guerra Marittima, cedevo il comando all’allora C.V. M.O.V.M. Gino Birindelli già comandante di Maricentrosub.

I due Centri vennero così integrati in una unica organizzazione, il “Raggruppamento Subacquei ed Incursori“, l’attuale COMSUBIN.

  • Operatore radio

  • Natale Proto in completo da lancio

  • Discesa in corda su parete rocciosa

  • Infiltrazione con canoa

  • Arrampicata su parete ghiacciata

Considerazioni

Certe esperienze della II Guerra mondiale, mie e di altri, mi hanno convinto che talvolta il fallimento di alcune operazioni era dovuto, al di là del conseguimento o meno del fattore sorpresa, alla impossibilità di superare via mare le difese nemiche. Altre operazioni fallivano invece per l’insufficiente preparazione psico fisica, specie quando l’azione superava i tempi operativi programmati.

Ritenni che quest’ultimo inconveniente poteva essere limitato con la programmazione di un duro addestramento fisico-atletico.

Il superamento per quanto possibile delle difese nemiche richiedeva un esame più complesso. Il rilievo delle caratteristiche orografiche di molti sorgitori anche nazionali faceva pensare che le acque interne potevano essere raggiunte più facilmente via terra, specialmente se il punto di attacco e di penetrazione veniva scelto superando una costa rocciosa, sfruttanto la minore sorveglianza a terra, ed anche una minore sorveglianza lungo le direttrici di approccio via mare.

La tattica fu sperimentata in più riprese su obbiettivi scelti, spesso allertando le difese a terra ed a mare: l’elevato quoziente di successi convinsero che la penetrazione via terra, in determinati circostanze, poteva creare valide alternative all’attacco via mare.

Questo tipo di operazioni ponevano peraltro il complesso problema di trasferire operatori, armi e materiali superando coste rocciose. Gi incursori necessitavano quindi di esperti rocciatori per aprire ed attrezzare le vie di arrampicata ai compagni, in piena oscurità.

Incursori alla Scuola Militare Alpina di Aosta

La mia richiesta allo S.M. di inviare periodicamente alcuni incursori alla Scuola Militare Alpina di Aosta, per quanto anomala, venne accettata.

Al termine del primo corso il Sergente Teppati ed il Sottocapo Kalan si confrontarono con Alpini e fanti classificandosi al vertice della graduatoria. Venne loro concesso il brevetto di “rocciatore guida”.

Da allora e tuttora le pareti del Muzzerone e del Tino e la vecchia batteria sono palestre usuali a tutti gli incursori, di giorno, ma anche di notte.

Parimenti fu esaminata la possibilità e convenienza, in determinate condizioni, di raggiungere specifici obbiettivi paracadutando nuclei di incursori a terra od in mare in assetto subacqueo. Lo S.M. aderì in seguito alla proposta di inviare annualmente un nucleo di operatori alla Scuola di Paracadutismo dell’Esercito per conseguire il relativo brevetto.

Veniva così creato un nuovo tipo di incursore, l’incursore polivalente.

Le tre alternative via terra, via mare o paracadutato aumentano la versatilità di impiego, aumentano il numero degli obbiettivi a portata degli incursori, favorendo anche il fattore sorpresa. L’incursore polivalente è oggi una realtà operativa ormai acquisita.

Nel chiudere queste brevi note, vorrei rammentare ai giovani Ufficiali che: “al di là di ogni buona programmazione, della sorpresa o meno, il successo di una operazione è legato esclusivamente all’uomo, lui e lui solo può vincere o fallire.

Ammiraglio di Squadra (T.O.) Aldo Massarini

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