Prologo dell’operazione G.G.1
L‘operazione contro Gibilterra, denominata G.G.1, fu compiuta con un sistema totalmente nuovo. Nessun Sommergibile, nessun mezzo navale di superficie, nessun aereo fu inviato in quelle acque per il trasporto degli operatori Gamma. Le cariche vennero affidate a dodici uomini, con il compito di portarle a nuoto sotto la carena dei piroscafi ormeggiati in rada, fuori dal porto militare.
L‘esecuzione doveva aver luogo in una notte del novilunio di luglio, occorreva quindi, in primo luogo, studiare il modo di concentrare in terra di Spagna tale personale, eludendo la vigilanza spagnola la quale, specialmente nei pressi de La Linea, era fortemente presente; era quindi necessario stabilire fin nei più piccoli particolari le modalità dell’esecuzione. In seguito ad un attento studio effettuato da Licio Visintini, con la costante collaborazione del Ramognino e del Comandante Pierleoni, venne deciso di scartare l’idea della messa a mare degli operatori da nave Olterra.
Data la notevole distanza dagli obiettivi, si stabilì di far scendere in mare gli operatori dalla spiaggia in prossimità di Punta Mala. Fu provveduto quindi a prendere in affitto una casa (Villa Carmela) che venne intanto occupata dal Ramognino e dalla sua consorte; in essa gli operatori affluirono da Cadice, dopo una breve sosta su nave Olterra.
Il giorno 14 Giugno il T.V. Baucer, assieme agli operatori Gamma Feroldi, Giari, Lucchetti, Da Valle e Di Lorenzi, prese le ultime disposizioni per il viaggio e la missione dal Comandante Borghese e partì da La Spezia con un gruppo di circa sessanta Sottufficiali e Marinai, diretti a Gruppo Sommergibili di Bordeaux (BETASOM). Da Bordeaux la sera del 23 Giugno, indossati dei vestiti borghesi, iniziarono il percorso per giungere in Spagna. Dopo un breve tragitto in macchina, presi in consegna da un contrabbandiere basco, iniziarono il cammino e, verso le 07.30 del giorno successivo dopo una marcia estenuante di circa 53 Km, arrivarono in una località spagnola dove trovarono una macchina ad attenderli, per trasportarli a Madrid per il pernottamento.
La mattina seguente, inizialmente sempre in macchina, in seguito proseguendo a piedi, raggiunsero La Linea e qui, confondendosi fra la folla, raggiunsero con facilità un ponte nei pressi della casa di Ramognino. Passando sotto l’arcata del ponte, sotto la guida del Signor Pistono, raggiunsero a piedi la casa. Prima di raggiungere la Linea ebbero modo di congiungersi con Straulino, Schiavoni, Bianchini, Boscolo, Bucovaz e Lugano: anch’essi avevano percorso lo stesso tragitto con eguali modalità.
Il 13 luglio, mentre i Gamma si riposavano, vennero fatti tutti i preparativi per effettuare l’operazione di attacco, che doveva aver luogo nella notte dal 13 al 14. Alle 18.00 del giorno 13, tenuto conto che la situazione dei piroscafi in rada si manteneva buona e che, malgrado tutti i precedenti movimenti del personale e del materiale, il velo più impenetrabile copriva ancora l’impresa, venne dato l’ordine esecutivo.
Alle 00.30 del giorno 14, gli operatori, in completo equipaggiamento d’attacco, uscirono da Villa Carmela, e, accompagnati da una persona di fiducia del luogo, raggiunsero, per un cammino precedentemente studiato, la spiaggia in circa 30′: passando ad uno ad uno fra le coppie di Carabineros che percorrevano senza soste la spiaggia nei due sensi, tutti gli operatori Gamma erano in acqua.
Per saperne di più
Gli Affondatori – Carlo De Risio
I mezzi d’assalto della Marina italiana durante la seconda guerra mondiale sono stati definiti “le armi segrete” impiegate nella guerra usl mare tra il 1949 e il 1943. Mentre la flotta si muoveva con prudenza, i mezzi d’assalto (i siluri chiamati “maiali”), i barchini esplosivi, i Gamma, divennero un vero e proprio incubo per la marina inglese che si vide nono solo affondare varie navi ma subì anche l’onta di vedere gli incursori italiani penetrare nelle sue basi di Suda, Gibilterra, Alessandria, Alessandretta, Mersina, Algeri.
L‘ardita impresa mirabilmente ideata era stata portata a compimento, in circa tre ore gli uomini “Gamma” riuscirono a danneggiare quattro unità successivamente portate all’incaglio:
- Meta 1.575 tsl;
- Shuma 1.494 tsl;
- Empire Snipe 2.497 tsl;
- Baron Douglas 3.899 tsl.
Per difetti nei congegni di scoppio, alcune cariche poste sotto altre navi non esplosero. Tutti gli operatori rientrarono in Italia
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