Dopo i primi attacchi da parte degli operatori della 10ª a Gibilterra venne messo in atto una sempre più imponente difesa navale. Furono massicciamente impiegate ostruzioni retali, servizio di vigilanza con unità navali, motobarche, idrofoni e lancio di bombe anti mezzi insidiosi ad intervalli sempre più serrati. Venne anche lì dislocato un nucleo di sommozzatori per il controllo subacqueo delle ostruzioni, dei moli e delle carene delle navi.

Grazie ad una fruttuosa ricerca presso l’Ufficio Storico della Marina, siamo in grado di proporvi copia della relazione originale inviata dalla M.O.V.M. Licio VISINTINI al Comandante Varoli (Supermarina) riguardante l’organizzazione difensiva del porto di Gibilterra.

Nella relazione Visintini descrive nel dettaglio le numerose predisposizioni che la difesa inglese dovette mettere in atto, tutti i giorni e tutte le notti, per difendere le proprie navi  dagli attacchi della Decima MAS. Come si vedrà, tali predisposizioni rendevano praticamente inaccessibile la Baia di Gibilterra ai sommergibili italiani, che, lo ricordiamo erano indispensabili per il rilascio degli SLC ad una distanza dagli obbiettivi operativamente accettabile.