No Giannozzi Mauro non era un Incursore come tutti gli altri.

A detta di quelli che lo hanno conosciuto e soprattutto di coloro che lo hanno avuto sotto il loro comando, Giannozzi Mauro, Mauro, faceva parte di quella ristretta schiera di Incursori con una marcia in più.Giannozzi Mauro
Mauro, dell’11° Corso Incursori, brevetto nr. 369, quando sono arrivato al Reparto più di 30 anni fa’ era già un operatore che aveva “smesso” l’attività operativa. Lo abbiamo conosciuto che trafficava con le radio e, durante le nostre attività addestrative avanzate, con la centralina e i bersagli elettronici. Per noi giovani che non sapevamo chi fosse, era un anziano che faceva il suo lavoro, niente di più. Solo dopo, con il passare dei mesi e degli anni, solo quando cominciammo a prendere confidenza con l’universo che ci ruotava intorno, cominciammo a renderci conto di chi fosse Giannozzi Mauro. Un operatore di primo piano, un Incursore innamorato del proprio lavoro, capace di risolvere con dedizione, fantasia ed entusiasmo i numerosi incarichi che di volta in volta il Reparto gli affidava, incarichi che, bisogna dirlo, gli venivano affibbiati per trovare soluzioni a problematiche apparentemente irrisolvibili. lo chiamavamo “Faina” e non certo per denigrare od offendere la sua figura di Sottufficiale Incursore.

Mauro era una persona affidabile e generosa a cui ti potevi rivolgere, in qualsiasi momento, per parlare di una tua difficoltà, magari di problemi personali, magari di problemi di lavoro. E lui non si tirava indietro: ti stava ad ascoltare, ti dava i consigli frutto della sua incredibile esperienza, arrivava anche a bussare alla porta del Comandante se necessario. Era anche capace di dire quello che pensava, anche se quello che pensava non era “politicamente corretto”: non le mandava a dire, a nessuno. E se le cose non andavano come diceva lui erano guai per tutti.
Dire che Faina ha vissuto una vita avventurosa è dire poco, dire che è sopravvissuto a vicissitudini drammatiche è dire poco. Amava le radio perché, raccontava, una radio gli aveva letteralmente salvato la vita. Da congedato aveva messo in piedi una ricetrasmittente con pezzi di scarto  e con questa ed una bella antenna filare, da casa ascoltava le conversazioni degli Incursori durante le lunghe notti addestrative o mandava i suoi saluti quando gli Incursori si trovavano nei lontani teatri operativi.

Il congedo lo ha vissuto come una disgrazia, questo per me è un giorno infausto disse al suo saluto di commiato dal Reparto.

Ha lottato contro la malattia a lungo, con forza. Sua figlia, nel salutarlo per l’ultima volta, ha detto che alla fine era diventato un bambino: indifeso, bisognoso di tutto, di cure e di amore.

L’ammiraglio Picchi, suo compagno di coppia nel periodo operativo e, successivamente, suo comandante, salutandolo anche lui per l’ultima volta ha ricordato un passaggio di una poesia che gli aveva dedicato il giorno del suo congedo. Questa poesia la vogliamo riportare integralmente per salutare Mauro, l’Incursore:

 

 

A Mauro, la “faina”

Oggi per noi è un giorno molto amaro
perché st’annà ‘n congedo un incursore raro!

Intelligente, astuto, colto e raffinato
operator completo, geniale e molto amato!

“Benessere” per lui è quando nun c’hai niente
per cui con quattro soldi vivi serenamente!

Semmai con un problema te alzi alla mattina
poi andà dritto da lui diventa ‘na “faina”!

China il capo in avanti, allunga un poco il collo
er problema da risorve diventa come un pollo!

E’ stato insieme a me nella quarta navali
e quando era nell’acqua non aveva uguali.

Alla bussola ha centrato sempre il bersaglio
in acqua, assieme a lui, impossibile è lo sbaglio!

Ma il pezzo suo più forte senz’altro è la famiglia
perché ha una “grande” moglie e una “bella” figlia!!

Grazie, Mauro! Ti faccio i complimenti
solo davanti a te mi metto sull’attenti!!!

Caro Mauro anche tu ti sei unito alla schiera di camerati che ci sorvegliano dall’alto dei cieli, tenendoci il più possibile lontano dai guai.
Caro Mauro noi ti salutiamo per l’ultima volta, sperando di poterti ritrovare un giorno nei Campi Sereni!!

Ciao Mauro

6 commenti
  1. MIANI LUIGI
    MIANI LUIGI dice:

    Da giovane incursore appena arrivato al G.I. ebbi il piacere e l’onore di conoscere Mauro. Figura umile seppure con un trascorso da operatore di primo livello. Con Lui ho solcato diversi mari e condotto diverse operazioni (ero un navale) e con Lui mi sentivo “al sicuro” e “sicuro” di essere portato fin dove era possibile per poi proseguire per la nostra missione. Quando venne attivato il Team TORRE assieme a Lui ed altri tre A.I. ci venne dato l’incarico di fungere da “consiglieri” per il nascente GIS; anche qui Mauro ha riscosso l’ammirazione di tutti i vertici dei CC interessati, svolgendo il compito in maniera semplice (per Lui era tutto “lussuoso” – “spettacolo”) seppure con le difficoltà oggettive del livello dei mezzi allora a nostra disposizione. Il suo sorriso scanzonato, il suo sdrammatizzare, la sua calma olimpica mi e mancherà a tutti coloro che hanno avuto il piacere di percorrere un tratto del cammino da A.I. assieme a Lui.
    Ciao Mauro oppure come meglio ti salutavo allora : “A bellezza nostra”.

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  2. Pasquale De Caro
    Pasquale De Caro dice:

    Era il 1995. Entravamo al Muzzerone da ospiti per la prima volta. Spaesati. Un uomo ci osservava a distanza a braccia conserte. Si avvicinò con passo spedito, marziale ed umile al tempo stesso. Ci strinse la mano dicendo: “se avete un Basco Verde in testa…siete qui per onorarlo; benvenuti. Questa è casa vostra!”
    Da quel momento sarebbe stato uno dei nostri Istruttori per settimane!
    In due mesi ci insegnò molte cose, tecniche e non. Non un cedimento, non una giornata storta. Sempre in perfetta uniforme e sorridente!
    Alla fine dedicò a noi “ospiti col Basco Verde”, un manoscritto che conteneva una delle sue esperienze operative in medio oriente…”non era un uomo comune”!
    Ho ancora quei due fogli…li custodisco tra i miei più fervidi ricordi.
    Grazie Capo Giannozzi.
    Non ti dimenticheremo mai.
    Pasquale De Caro

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  3. G.E.
    G.E. dice:

    Profondo è il solco che hai lasciato Mauro. Un solco la cui traccia rimarrà nei cuori di tutti coloro che ti hanno conosciuto come collega e amico. La tua umiltà, era tipica di coloro che non hanno bisogno di dimostrare nulla, per il semplice fatto che il tuo modo di essere, il tuo modo di fare era semplicemente coinvolgente, era come dicevi tu SPETTACOLARE.

    Rispondi

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