Inno Incursori

Furono i ragazzi del ’59, quelli del Decimo Corso Incursori “SQUALI“, a scrivere i versi di quello che diventerà l’inno di tutti gli Incursori, cantato a squarciagola da generazioni e generazioni di baschi verdi…

Arditi sotto i mari dell’Italia
avanti a pinneggiar si va,
non si ha paura di quella ferraglia,
neppure le bombe ci potranno fermar!

Va l’Incursore,
in quelle notti buie e di tempesta,
gente di ferro,
che la paura mai conoscerà;
Dei porti è sempre stato il gran terror,
paura della morte egli non ha…
Va l’Incursore,
e in ogni mare sempre vincerà!!

Morire si dovrà,
morire si saprà,
ma ricordato sempre resterà!

Siamo gli Arditi,
che sotto i mari ci copriamo di gloria,
gente di ferro,
sorrisi di spavalda gioventù;
Dei porti è sempre stato il gran terror,
paura della morte egli non ha…
va l’Incursore,
e in ogni mare sempre vincerà!!!

Italia, Italia,
per Te noi veglieremo,
Italia, Italia, 
in armi sul Tuo mar. 

Sulle ali del vento, 
garrisce il Tricolor,
che il Decimo Incursori,
servirà con ardor!!!

…modificando l’ultima strofa in:

Italia, Italia,
per Te noi veglieremo,
Italia, Italia, 
in armi sul Tuo mar. 

Sulle ali del vento, 
garrisce il Tricolor,
che il GRUPPO INCURSORI,
 servirà con ardor!!!

Sembra leggenda.

Ne ha tutto il fascino drammatico, la suggestione passionale e la grandezza epica.

Ed è storia.

Storia di ieri, d’oggi: storia vera, attuale, palpitante e fremente.

Storia nostra, pronta a rivivere dietro l’esempio dei nostri padri, dei nostri fratelli maggiori, il loro sacrificio, il loro martirio, mentre alimentiamo la fiamma da essi accesa.

Fiamma di martirio.

Fiamma di eroismo.

Fiamma di gloria.

Siamo i figli di una fervida razza che sciolse la randa ai venti del destino per donare al mondo un’altro emisfero; che frantumò i cieli di Dante per cercare nella lontananza dell’infinito nuove miriade di stelle; che gettò ponti eterei sugli Oceani per congiungere rive opposte.

Siamo Marinai e figli di Marinai; fiore dell’antica stirpe navigatrice la cui nobiltà è tutto un poema di ardimento; audaci fino alla temerarietà, perché ci guida la luce di un gran amore: la potenza di un ideale sublime; l’incrollabilità di una fede umana e super-umana.

La fede nei destini d’Italia.

Ciascuno di noi oggi è artefice grande e sicuro di questa realtà presente, di cui sentiamo il palpito e l’ansito dell’animo, certi che ogni nostra fatica, ogni pazienza, ogni offerta nostra, erigono sempre più alta, sempre più grande, sempre più degna la Patria!

Siamo pellegrini di un giorno della terra, pellegrina dei Cieli.

Che importa?

Siamo creature di una creatura che non morrà con noi, né dopo di noi.

Andiamo avanti così, cantando la nostra giovinezza.

Più oltre!

Più alto!

Ogni meta è il segno della nuova partenza: ogni raggiungimento è il segno da superare; ogni canto di vittoria è lo squillo della nuova diana e sopra di noi vigila il destino felice dei nostri Eroi!

Decimo Corso Incursori
Decimo Corso Incursori

Inno del Decimo Corso Incursori