Gruppo Operativo Incursori e Nuotatori Paracadutisti: un antico legame

La genesi dei Nuotatori Paracadutisti fu lunga e travagliata e vide un pugno di uomini partecipare con entusiasmo a questa nuova avventura che si profilava all’orizzonte. Agli inizi del 1941 lo Stato Maggiore dell’Esercito, con il piano nr. 8600 Regio Esercito (esigenza 2P), elaborò il piano di occupazione delle sponde del canale di Corinto al fine di compiere operazioni belliche in acquee ateniesi. L’Esercito si proponeva di effettuare l’operazione sulle righe di analoghe operazioni effettuate dai tedeschi in Belgio e Olanda. A tale scopo ridislocò tre battaglione della Folgore nei pressi di Tarquinia.

La Marina, che intendeva appoggiare l’operazione dal mare occupando con i MAS lo sbocco occidentale del canale a Poseidonia, realizzò che sarebbe stato necessario precedere l’arrivo dei mezzi navali con un aviolancio di specialisti che avrebbero avuto il non facile compito di bonificare le acque antistanti la città.

Marinai Paracadutisti

A tale scopo inviò presso la Scuola Paracadutisti di Tarquinia un primo nucleo di una ventina di sottufficiali e marò del San marco, al comando del T.V. Mario Biasutti. Contemporaneamente, nel febbraio del ’41, convocò il Capitano del Genio Navale Giovanni (Nino) Buttazzoni presso il Ministero Marina.

Scrive il Comandante Buttazzoni: «Due ammiragli di Maripers, il reparto che si occupa del personale, mi comunicano: c’è in preparazione una missione di guerra, che prevede il lancio con il paracadute. Rispondo di slancio. Mi sento euforico, non mi hanno dimenticato. Sono invitato a riflettere perché la decisione va presa con calma. Ho tutta la notte per valutare l’impegno. Non dormo… Sono fiero di essere stato scelto per questa missione e farò tutto il mio dovere».