I sommergibili della Decima Flottiglia MAS
Incredibilmente il sommergibile fu inizialmente giudicato “un mezzo non molto adatto” in qualità di “avvicinatore”, preferendogli altri tipi di vettori quali le unità di superficie. Ma per le sue specifiche caratteristiche, che gli consentivano di navigare, in modo occulto, sino in prossimità dei porti da attaccare, si rivelò invece da subito il vettore più idoneo per il trasporto dei mezzi d’assalto subacquei (S.L.C.), impegnati in operazioni a grande distanza dalle basi metropolitane e dalle colonie e, come tale, fu intensamente impiegato per tutta la durata del conflitto.
Verso la fine del 1942 la Xa Flottiglia Mas iniziò ad impiegarlo anche come “avvicinatore” di nuotatori d’assalto (Gamma).
Nel 1943, infine venne effettuato anche il trasporto a mezzo sommergibili di barchini esplosivi del tipo “ridotto” (M.T.R.).
Disegni di F. Haurrer da AltoMareBlu
Dopo l’armistizio
Dopo l’armistizio, nelle operazioni condotte al Nord ed al Sud dai mezzi d’assalto italiani, non vennero più impiegati sommergibili in quanto le ridotte distanze tra le basi operative e gli obiettivi da attaccare consentivano il più economico impiego di “avvicinatori” di superficie di piccole dimensioni.
I piccoli ed ormai vetusti battelli del tipo “Holland” (classe – H – da 364/441 tonnellate del 1916/18), che erano stati impiegati per i primi esperimenti con i “Camminatori sul fondo”, non vennero ritenuti idonei come “avvicinatori”, sia perché in grado di trasportare due soli “S.L.C.”, sia perché la loro sistemazione in coperta comportava una sensibile diminuzione della stabilità dei battelli ed infine perché il ponte di coperta degli “H” era molto basso sul mare e di conseguenza gli apparecchi sarebbero risultati troppo esposti al moto ondoso.
La scelta cadde quindi su unità di maggiori dimensioni, ed in particolare sulle ottime e moderne unità di media crociera (dette anche “costiere”) delle varie serie della numerosa classe “600”.
I cilindri presso-resistenti sui sommergibili
Qualche dato
Procedure operative
- con il battello posato sul fondo (quota 8-15 metri). Gli operatori fuoriuscivano dalla garitta allagabile indossando gli autorespiratori, aprivano i portelloni dei cilindri (che erano stati precedentemente allagati), ne estraevano gli apparecchi e richiudevano i cilindri, che potevano così essere nuovamente svuotati per non compromettere la stabilità e la riserva di spinta del battello;
- con il battello in affioramento (fermo con la sola parte superiore della falsa torre emersa). Gli operatori fuoriuscivano dal portello superiore della torretta e scendevano in coperta, dove aprivano i portelloni dei cilindri già allagati e ne estraevano gli apparecchi, richiudendo quindi i portelloni.
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