Prologo dell’operazione MALTA 2
Fin dall’inizio del conflitto, il porto di La Valletta a Malta aveva rappresentato uno degli obiettivi più attraenti per i nostri mezzi d’assalto. L’esito vittorioso dell’impresa di Suda unitamente al fatto che gli inglesi facevano sostare saltuariamente a Malta il loro naviglio militare e mercantile di transito, convinsero il Comando della Xa Flottiglia MAS a prendere in considerazione il progetto di forzare la munitissima base di La Valletta, ritenuta inviolabile dai tecnici militari di tutto il mondo.
L’impresa si presentava oltremodo difficile. Innanzi tutto, le azioni già compiute dai mezzi d’assalto italiani contro Gibilterra e soprattutto contro Suda avevano messo in allarme la Marina britannica, che stava escogitando tutti i mezzi possibili per difendersi dal nuovo pericolo.
Le ricognizioni di Moccagatta
Il Comandante della Xa Flottiglia MAS, Capitano di fregata Vittorio Moccagatta, consapevole di tutto ciò, aveva esposto in una concisa relazione diretta all’ammiraglio de Courten le possibilità dei “siluri a Lenta Corsa” e dei “barchini” esplosivi (M.T.M.) in un’azione contro il porto di Malta. Con l’intento di raccogliere elementi utili per la pianificazione della eventuale azione, decide di condurre varie ricognizioni nelle acque antistanti della Valletta.
La prima ricognizione viene svolta nella notte del 26 maggio 1941: al rientro invia all’Ammiraglio De Courten una relazione con delle osservazioni nelle quali afferma:” In linea di massima si è potuto rilevare la possibilità di avvicinarsi all’isola con i motori ausiliari senza destare alcun allarme; in prossimità dell’isola il mare lungo da ponente era notevolmente ridotto per il ridosso offerto dall’isola stessa, mentre vi era calma assoluta di vento”.
Nella notte del 26 giugno, con i MAS 451 e 452, viene svolta la seconda ricognizione. A questa ricognizione partecipano i piloti degli M.T. ed un corrispondente di guerra tedesco. L’avvicinamento viene più volte interrotto a causa di allertamenti da parte della difesa dell’isola con accensione di proiettori, scoppi di bombe e tiro contraereo; nonostante tutto i due MAS giungono a meno di tremila metri dalla costa, sino a distinguere nettamente i bastioni. Alle 0735 del giorno successivo i due MAS rientrano ad Augusta.
Anche in questo caso al rientro il Comandante Moccagatta redige un rapporto e lo invia all’Ammiraglio De Courten. Nelle osservazioni annota:
- Non ritengo che vi sia ascolto idrofonico nelle acque antistanti la Valletta; analogamente non ritengo che vi sia un regolare servizio di vigilanza foranea, perché in tre successive ricognizioni non ho avvistata nessuna unità.
- Proiettori: Esiste una ininterrotta catena di proiettori dalla baia di S.Paolo fino a Sud Est di La Valletta in numero superiore a trenta…
… Ritengo che tutti i proiettori siano asserviti agli aerofoni; in generale tutti i fasci si concentrano sullo stesso punto e, durante le rotazioni, la variazione di rilevamento era costante per tutti i proiettori.
Particolare importantissimo, l’azione dei “barchini” contro Malta non poteva essere posta in relazione con le fasi della luna e doveva essere pertanto condotta alle prime luci dell’alba, non essendo possibile individuare in una notte illune l’accesso a La Valletta, molto angusto e situato fra coste a picco. Malgrado la complessità di queste operazioni, il comandante Moccagatta confidava di riuscire nell’impresa di forzamento della base inglese.
Il supporto di Superaereo
Il 20 luglio, essendo stata ormai concretata l’operazione, Supermarina chiese a Superaereo se poteva assicurare le seguenti azioni di concorso e diversive per l’operazione:
- bombardamento di disturbo su La Valletta alle ore 01.45 del giorno X;
- seconda ondata di bombardamento più intenso su La Valletta alle ore 02.30;
- terza ondata di bombardamento anch’essa intensa su obiettivi interni;
- difesa con velivoli da caccia a partire dalle 05.30 del giorno X sulla rotta di rientro dei MAS e del Diana.
Superaereo comunicò tramite il suo Ufficiale di collegamento con Supermarina, che avrebbe fornito il concorso richiesto.
I compiti
Regia Nave Diana
Comandante C.C. Mario DI MURO
Compito:
- trasportare i mezzi di superficie (9 MTM + 1 MTL a rimorchio) da Augusta fino a 20 miglia da Malta;
- Rimorchiare l’M.T.L. Con a bordo due S.L.C.
- Trasportare il personale tecnico e di riserva del gruppo operante: Cap. AN Vincenzo Martellotta – Cap. GN. Gian Gastone Bertozzi – STV Pietro Miniati – Asp. GM Vittorio Pinto – Cap. Alfredo Taruzzi – Nocch. Francesco Malfa – 2° Capo Pal. Mario MARINO – All. Pal. Gianni Corrado
MAS 451
Comandante STV Giorgio Sciolette
Compito: rimorchiare l’M.T.L. dal punto “C” al punto “B”;
MAS 452
Comandante T.V. Giobatta Parodi
a bordo il comandante Moccagatta e il capitano Falcomatà
Compito: guidare la spedizione dal punto “C” al punto “B” (5 miglia da La Valletta), quindi recuperare ad operazione ultimata l’M.T.S.M. del comandante Giobbe.
M.T.L. (Motoscafo Trasporto Lento)
Comandante: T.V. Franco Costa
a bordo gli operatori degli S.L.C.
Compito: trasportare i due S.L.C. dal punto “B” al punto “A”; attendere fino alle 04.30 sul punto “A” per l’eventuale ritorno del maggiore Tesei; in ogni evenienza, alle ore 04.30 doveva dirigere per il rientro con i propri mezzi;
M.T.S.M. (Motoscafo Turismo Silurante Modificato)
Comandante: C.C. Giorgio GIOBBE
a bordo C.F. Vittorio Moccagatta, comandante della Spedizione – Sc. Cann. Leonildo Zocchi – Sc. M/N Luigi Costantini.
Compito: guidare gli M.T. dal punto “B2″ a 1000 metri dal punto di forzamento della base “punto A”, e successivamente ripiegare sul MAS 452.
M.T. (Motoscafo Turismo)
M.T. nr 1: STV Carlo BOSIO (carica regolata per l’esplosione a 5 mt. di quota)
M.T. nr 2: STV Roberto FRASSETTO – mancando l’azione dell’ S.L.C. di Tesei, doveva essere scagliato contro l’ostruzione del ponte per provocare il primo varco;
M.T. nr 3: S.T. A.N. Aristide CARABELLI – doveva essere scagliato contro l’ostruzione in caso di fallimento di Frassetto (carica regolata per esplodere a 1,5 metri di quota);
M.T. nr 4: C° MN Fiorenzo CAPRIOTTI – irrompere all’interno del porto attraverso i varchi praticati(attacco ad unità o postazioni all’interno del porto);
M.T. nr 5: 2° C° MN Alessandro FOLLIERI – irrompere all’interno del porto attraverso i varchi praticati (carica regolata per l’esplosione a 5 mt. di quota);
M.T. nr 6: 2° C° IEF Enrico PEDRINI – irrompere all’interno del porto attraverso i varchi praticati (carica regolata per l’esplosione a 5 mt. di quota);
M.T. nr 7: Nocc. 3^ Pietro ZANIBONI – irrompere all’interno del porto attraverso i varchi praticati (carica regolata per l’esplosione a 5 mt. di quota);
M.T. nr 8: Serg. Vittorio MARCHISIO – irrompere all’interno del porto attraverso i varchi praticati (carica regolata per l’esplosione a 5 mt. di quota)
M.T. Nr 9: 2° C° Vincenzo MONTANARI – irrompere all’interno del porto attraverso i varchi praticati (carica regolata per l’esplosione a 5 mt. di quota).
S.L.C. nr 1 (Siluro di Lenta Corsa)
Magg G.N. Teseo TESEI – SGT Pal. Alcide PEDRETTI
Compito: portarsi dal punto “A” sulle ostruzioni del ponte S.Elmo e farle saltare per praticare il varco d’ingresso per gli M.T.
S.L.C. nr 2 (Siluro di Lenta Corsa)
T.V Francesco Costa – SGT Pal. Luigi Barla
Compito:
dal punto “A” doveva dirigere verso la rada di Marsa Muscetto, superare le ostruzioni e attaccare i sommergibili alla fonda.
Gli eventi dell’operazione MALTA 2
Per quanto riguarda le modalità dello svolgimento dell’azione, ricorriamo all’aiuto dei vari pro-memoria di SUPERMARINA e del Comando M.M. Autonomo della Sicilia:
Nel pomeriggio del 25 luglio alle ore 18.00, risultando favorevoli le condizioni di tempo e di oscurità e avendo la ricognizione aerea accertato la presenza di unità a Malta, è stato dato l’ordine esecutivo per la progettata operazione di forzamento della predetta base navale (Operazione MALTA 2).
Dopo la partenza da Augusta la navigazione del Diana e dei MAS procedette tranquilla.
Cronologia degli avvenimenti:
- Ore 22.43 Nave DIANA ferma sul punto K, molla l’MTL che aveva a rimorchio, ed inizia le operazioni di messa a mare dei 9MTM e dell’MTS.
- Ore 22.59 Viene messo a mare l’ultimo MTM
- Il M.A.S. 451 durante la manovra prende il cavo di rimorchio nell’elica e cozza con la poppa contro l’M.T.L.
- Ore 23.00 Nave DIANA si allontana per Pv 21, velocità 22 nodi – Tutti i mezzi speciali ed i due MAS 452 e 451 iniziano l’avvicinamento a Malta con Pv uguale a 180°.
- I barchini, che si sono disposti in formazione a cuneo con in testa il C.te Giobbe, appena ammainati a mare seguono al segnale di partenza il M.A.S. 452 fino al punto “B”.
- Nave DIANA giunta a Capo Passero inizia un pendolamento fino alle ore 0600 del 26 Luglio
Per saperne di più
Malta 2 – 25/26 luglio 1941 – Lino Mancini
Durante il pendolamento si osserva:
- Ore 01.35 Si accende un grosso proiettore zenitale a Malta
- Ore 01.40 Si riaccende lo stesso proiettore per pochi istanti
- Ore 02.00 La forza è sul punto “B”
Appuntamento con la morte
I barchini, guidati dal Comandante Giobbe, effettuarono l’avvicinamento dal punto “B” al punto “A” portandosi fino a 1.000 metri dal ponte. All’inizio dell’avvicinamento il barchino n° 5 andò in avaria e, pertanto, si pose a rimorchio del M.A.S. 452.
Dopo la ricognizione Giobbe conferì con Bosio e Frassetto; quindi tornò indietro con il M.A.S. 452, dopo aver defilato lungo la formazione ed aver formulato gli auguri agli operatori ormai pronti ad attaccare.
- Ore 03.00: I “maiali” vengono varati, quello di Tesei è in ordine, quello di Costa ha invece una avaria alla pompa di travaso e non può eseguire l’assetto. A terra si accendono due riflettori che illuminano il gruppo navale.
- Ore 03.05 Si vedono numerosi lampi sul cielo di Malta, ritengo si tratti di attacco aereo in corso
- Ore 03.45: Tesei consiglia a Costa di tornare indietro. Costa suggerisce di sostituire il 2° uomo di Tesei, rimorchiare la testata del mezzo avariato, attaccare questa sotto il ponte e proseguire poi con il “maiale” efficiente per attaccare i sommergibili di Marsa Muscetta. La proposta non viene approvata, di conseguenza Tesei parte da solo con il suo secondo, per aggredire l’ostruzione retale di Ponte S.Elmo. Tesei prima di muovere in direzione di La Valletta, disse testualmente allo stesso Costa : “Presumo che non farò in tempo altro che a portare il mio S.L.C. Sotto rete. Alle 04.30 la rete dovrà saltare e salterà. Se sarà tardi spoletterò al minimo“.
Nota: Tesei partito alle 03.45 circa, ebbe certo il tempo di raggiungere la rete prima delle 04.30. Ebbe però il tempo per compiere tutta l’operazione di fissare la testata alla rete, di spolettare e di allontanarsi ? Sta di fatto che alle 04.30 non si verificò nessuna esplosione sotto il ponte di S.Elmo.
- Ore 04.20 Altri forti bagliori fanno supporre in atto un altro attacco aereo su Malta.
- Ore 04.30: gli operatori dei barchini percepiscono un’esplosione e la attribuiscono erroneamente all’apparecchio di Tesei.
- Ore 04.40: Bosio decide comunque di iniziare l’attacco. Frassetto parte per operare sotto l‘arcata esterna del ponte, stesso obiettivo di Tesei. A circa 100 metri dall’obiettivo, Frassetto disinnesca, si lancia in mare e fa segnali intermittenti ai compagni per indicare loro il punto esatto di entrata.
Contemporaneamente le batterie poste a difesa del porto aprono il fuoco sull’entrata del porto e sui MAS 451-452. Intanto la formazione dei barchini, al Comando del STV Bosio, accelera in direzione della segnalazione di Frassetto. Le artiglierie dei tre forti (S.Elmo – Ricasoli – Tigne) aprono il fuoco incrociato. La luce dei riflettori abbaglia a tal punto gli operatori, da non consentire loro di guardare avanti. I proiettili piovono da ogni parte, creando attorno ai “barchini” uno specchio d’acqua nel quale è assolutamente impossibile sostare.
Per saperne di più
Il dramma di Malta – Giovanni Alberto
L’invasione di Malta avrebbe dovuto verificarsi nell’agosto 1942, ma, pur essendo stata accuratamente preparata dagli Stati Maggiori italiani e tedeschi, con continui interventi di Hitler e di Mussolini, all’ultimo momento non venne attuata, e Malta diventò quindi per le forze dell’asse causa di tante tragedie. Questo saggio è la storia militare di Malta dal 1935 al 1943.
Bosio impartisce l’ordine di ripiegamento
Aerei da caccia e idrovolanti inglesi si levano in volo. I primi eseguono un sistematico mitragliamento; i secondi gettano bombe di profondità.
- Ore 04.45:sotto il Ponte di S.Elmo si produsse un’esplosione che provocò il crollo del ponte.
- Ore 04.48: Carabelli, rimasto leggermente indietro punta veloce sulla luce all’altezza di Frassetto e si lancia contro l’estremità del molo sotto il ponte. Frassetto lo vede, perfettamente, in alto con le braccia levate; non ha avuto il tempo di lanciarsi in mare, deciso a provocare l’apertura con il sacrificio della propria vita. L’esplosione dell’M.T. di Carabelli provoca, comunque, il crollo di una arcata del ponte ostruendo definitivamente l’entrata.
- Ore 05.00 Il Comandante Moccagatta mette in moto con gli ausiliari
- Ore 05.30 (circa) L’ MTS raggiunge il MAS 452, che recupera il Comandante Giobbe ed il personale, mette in moto i principali;
- Ore 06.00 Esplosione in direzione del porto (probabilmente è SLC di Costa);
- Ore 06.21: Inizio attacco degli aerei inglesi. Il MAS 451 si allontana verso N.E. Il MAS 452 viene ripetutamente colpito: in coperta cade fra i primi il Comandante Moccagatta. Poi si abbattono, l’uno dopo l’altro, Giobbe, Falcomatà,il sottocapo Montanari e i componenti l’equipaggio dell’MTSM Costantini e Zocchi; cadono anche il Comandante del MAS Parodi e un marinaio;
- Ore 06.43 : Cessa attacco aereo. Il personale ancora a bordo del MAS 452 esamina le persone colpite, si accerta che tutti gli Ufficiali , il 2° Capo Montanari, i Sottocapi Zocchi e Costantini ed il Marò Fucetola sono deceduti e procede a tirare sotto bordo l’MTS su cui prendono imbarco;
- Ore 07.00: L’MTS inizia la rotta verso la Sicilia ;
- Ore 08.55 L’MTL è sotto Nave Diana
- Ore 09.05 Nave Diana recupera tutto il personale a bordo dell’MTS;
- Ore 11.28 Nave Diana, scortata dalla torpediniera Cigno e dal MAS 544 entra nel porto di Augusta.
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Teseo Tesei – Giorgio Giusti
Gli interessati al libro possono contattare l’autore Giorgio Giusti all’indirizzo mail giorgioelga@tiscali.it
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Alcide Pedretti eroe della Lunigiana – Gianni Bianchi
La ricostruzione degli eventi dell’operazione MALTA 2
Con la firma dell’armistizio ed il successivo rientro in Patria dei reduci della spedizione Malta fu possibile ricostruire più esattamente lo svolgersi degli avvenimenti.
I Siluri a lenta corsa, pilotati da Teseo Tesei e da Franco Costa diressero come previsto verso i rispettivi obiettivi. Non si è potuto accertare esattamente che cosa sia avvenuto al siluro a lenta corsa di Tesei, perché entrambi gli operatori Tesei e Pedretti sono morti gloriosamente nell’audace tentativo.
Ad ogni modo il STV Frassetto che era su uno dei barchini percepì una esplosione pur senza notare né lampi né colonne d’acqua e ritenne trattarsi del mezzo di Tesei.
Il siluro a Lenta corsa di Costa non riuscì a raggiungere le ostruzioni a causa di un’avaria ed i due operatori Costa e Barla raggiunsero la costa a nuoto dove furono catturati.
Nell’incertezza che il varco fosse stato aperto o meno da Tesei, fu deciso di lanciare contro l’ostruzione che era sotto il ponte, il primo barchino esplosivo pilotato da Frassetto.
Nel momento in cui Frassetto si trovò in mare, si voltò subito per vedere il risultato del suo lancio e fu meravigliato di non vedere più il suo mezzo senza averne udito l’esplosione. Solo in un secondo tempo gli sembrò di vedere un breve lampo nell’interno del porto il che farebbe supporre che il mezzo del Maggiore Tesei avesse distrutta l’ostruzione e che quindi il barchino di Frassetto, non avendo trovato ostacoli fosse scoppiato nell’interno. Il secondo barchino pilotato da Carabelli urtò malauguratamente contro un pilone del ponte facendolo precipitare ed ostruendo il varco.
Carabelli morì con l’esplosione del suo barchino. Gli altri sei barchini rimasero fuori delle ostruzioni fatti segno da un violento fuoco della difesa costiera, andarono tutti perduti.
Tratto da History of the Royal Malta Artillery
“All’alba del 26 luglio, gli italiani tentarono un attacco dal mare contro la fortezza. L’obbiettivo era la distruzione di un convoglio giunto nel Grand Harbour due giorni prima (…) Verso le 21, un radiolocalizzatore segnalò la forza attaccante. Fu mandata la gente al posto di combattimento e fatta alzare una numerosa formazione di Wwordifish che però rientrò senza aver trovato l’obiettivo.
Alle 04.44, una sentinella della batteria Upton del Forte di Sant’Elmo scorse la sagoma di un natante a 300 metri di distanza e diede l’allarme. Egli aveva avvistato un piccolo sommergibile che doveva praticare una breccia nel Breakwater Viaduct. Avvenne una forte esplosione e il viadotto saltò in aria.
Immediatamente, appena dato l’allarme, la zona du illuminata e battuta dal fuoco. Il primo motoscafo che stava dirigendo per la breccia aperta nel viadotto venne investito dal fuoco a 300 metri di distanza dalla batteria Gerard di Sant’Elmo. Al secondo colpo fu affondato. Gli altri motoscafi accostarono e cinque tentarono di attaccare attraverso l’entrata principale del porto. Tre furono affondati e gli altri due furono abbandonati dai piloti che saltarono in mare.
L’azione era stata brevissima: alle 04.50 tutto era finito.”
Tragico consuntivo
Tutti i barchini andarono perduti, salvo uno che non esplose e fu catturato dagli inglesi quasi intatto. I due MAS, l’MTS e l’MTL, in allontanamento dall’isola, furono inseguiti ed attaccati da numerosi aerei da caccia inglesi. Delle circa 50 persone che avevano preso parte all’azione, soltanto 11 (in parte ferite) riuscirono a rientrare.
Evidentemente il comandante Moccagatta nel corso delle sue ricognizioni si era convinto che la mancanza di ascolto aerofonico e idrofonico da parte dei britannici a La Valletta potesse consentire alla forza navale d’assalto al suo comando di avvicinarsi alla base navale nemica senza esse localizzata, ignorando – purtroppo – che a La Valletta esistevano radar in grado di battere la superficie del mare e di scoprire obbiettivi navali.
L‘impresa di Malta si concluse con un completo fallimento e con la perdita degli uomini migliori della Xa Flottiglia MAS. Non furono certo il coraggio, né i piani, né i mezzi che tradirono i nostri Incursori.
Lo stesso Governatore di Malta, sir Edward Jackson, in un articolo apparso sul Daily Mirror il 4 ottobre 1941, ricordando l’episodio scrisse:
“…Nel luglio scorso gli italiani hanno condotto un attacco con grande decisione per penetrare nel porto ampiegando MAS e “siluri umani” armati da “squadre suicide”. … Quest’impresa ha richiesto le più alte doti di coraggio personale“.
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