Il fallito tentativo dell’Agosto 1940 contro Alessandria d’Egitto (operazione G.A.1)con la conseguente perdita del Sommergibile IRIDE, non scoraggiò gli uomini dei mezzi d’assalto, anzi il lavoro continuò alacremente per allestire nuove missioni.
Vennero allestiti due nuovi sommergibili, il Gondar e lo Scirè, per il trasporto degli SLC; a questo scopo in coperta vennero sistemati n° 3 cilindri (uno a prora e due affiancati a poppa) costruiti nello stabilimento industriale OTO di La Spezia, eliminando definitivamente il gravissimo inconveniente di vincolare la navigazione del sommergibile ad una profondità massima di 30 metri. Ora i sommergibili potevano spingersi, senza recare danni agli SLC, fino a circa 90 metri.
Al comando del Gondar fu chiamato il Tenente di Vascello Francesco Brunetti; egli aveva fatto specifica richiesta di essere destinato al comando del sommergibile per portare a termine l’operazione tragicamente interrotta con il sommergibile Iride (G.A.1).
La perdita del Sommergibile Gondar e la conseguente interruzione della missione G.A.2 vennero raccontate dal comandante Brunetti nel suo rapporto di missione redatto il 9 Novembre 1944 presso MARIASSALTO Taranto.
Mediterraneo orientale, operazione G.A.2, ore 08:30 del 30 settembre 1940.
Il sommergibile Gondar fotografato da uno Short Sunderland mentre tenta stoicamente di sottrarsi all’offesa nemica.
Nella drammatica sequenza fotografica si vede il Gondar dapprima navigare in superficie ormai seriamente danneggiato, quindi mentre inizia ad affondare di poppa ed infine scomparire dalla superficie.
Stralcio della relazione del C.F. Mario GIORGINI, Comandante della missione G.A.2, imbarcato sul sommergibile a Messina il giorno 24.
... Alle ore 0830 circa del 30.9.1940, dopo dodici ore di attacco con bombe da getto da parte dei due CC.TT. e di una torpediniera e di un aereo tipo Sunderland (intervenuto all’alba) il sommergibile si trovava trascurando le avarie secondarie, nelle seguenti condizioni:
- impianto pneumatico per manovra allagamenti DD.FF. centrali e sfoghi d’aria estremi in avaria;
- rottura delle aste di molte ed importanti leve di bordo;
- stato di carica delle batterie elettriche 60% circa;
- pressione locali interna circa m. 30;
- cassoni di poppa contenenti apparecchi speciali allagati;
- camera di lancio AD allagata oltre il livello dei cuscinetti di propulsione a causa delle forti infiltrazioni degli assi;
- locali M.T. allagati oltre il livello dei paglioli inferiori per travaso d’acqua della camera lancio A.D.;
- casse compenso ad assetto esaurite
- aria A.P. dei quattro gruppi di bordo a Kg.30.
Sentito il parere del comandante del sommergibile e del Cap. G.N. Toschi Elios al quale avevo fatto ispezionare il sommergibile, ritenuta impossibile ogni ulteriore resistenza, decido di abbandonare il Gondar, do pertanto l’ordine al T.V. Brunetti di abbandono nave precisando che, data la particolare missione dell’unità il sommergibile non deve eseguire manovra di attacco e lancio a meno di trovarsi in posizione di poter lanciare immediatamente. L’equipaggio doveva subito abbandonare la nave ad eccezione di quello destinato ai tubi di lancio P.R.
…Il sottoscritto, uscito per ultimo dall’interno del sommergibile e salito in coperta PP. a DR. Gli ultimi uomini si stavano gettando in acqua mentre il C.te Brunetti procedeva all’affondamento…
Tutti gli Assaltatori e l’intero equipaggio vennero fatti prigionieri, ad esclusione dell’elettricista Luigi Longobardi – MOVM alla Memoria – caduto mentre coadiuvava il Comandante Brunetti nel predisporre l’unità all’autoaffondamento.
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