L’M.T.M., Motoscafo Turismo Modificato, abbreviato familiarmente in “emme” nell’ambiente dei mezzi d’assalto, divenne dopo la fine del 1941 il tipo di barchino esplosivo standard della Decima Flottiglia MAS.
Nato dalla necessità di migliorare le caratteristiche degli “MT”, presentava uno scafo in legno, con carena a spigolo senza scalini, rinforzato da due chiglie paramezzale in noce e suddiviso longitudinalmente in quattro compartimenti. Il ponte di coperta era a sezione trasversale leggermente convessa tranne l’estremità prodiera che era invece piana per costituire l’appoggio della “palmola”. Le sezioni di coperta in corrispondenza dei compartimenti in cui erano sistemati la carica e il motore erano amovibili. Dallo specchio di poppa fuoriusciva il “piede” del gruppo eliche-timone sollevabile di 80° e la marmitta- silenziatore.
Sopra la poppa, a sbalzo, si trovava la parte terminale del posto di pilotaggio e lo zatterone salvagente in posizione ripiegata.
Apparato di propulsione
L’apparato di propulsione del Motoscafo Turismo Modificato era costituito da un motore a scoppio Alfa Romeo 6c/2.500 da 90 HP dotato di invertitore di marcia e in grado di imprimere una velocità massima continuativa di 31 nodi. Il motore era poggiato sulle due chiglie paramezzale; un corto semiasse trasmetteva il moto al piede poppiero dotato di due eliche controrotanti. Nello stesso compartimento del motore erano fissati alteramente due serbatoi di carburante di forma cilindrica della capacità di circa 50 litri ciascuno, che consentivano una autonomia di circa 3 ore alla massima velocità.
Cruscotto
Il cruscotto, di tipo automobilistico, conteneva i principali strumenti per il controllo del motore, nonché il comando per lo sgancio del “baffo” e varie spie luminose. Sulla destra era sistemata la “manetta” del gas e, sulla paratia, la leva dell’invertitore. Sulla sinistra si trovava la leva di scoppio pitturata di rosso.
Posto di pilotaggio
Il posto di pilotaggio, spesso definito “cappottina”, era sistemato all’estrema poppa e disponeva anteriormente di un paraonde in lamierino metallico magnetico a bordi arrotondati e rivolti verso prua con funzioni di deflettori.
Fra le gambe del pilota era sistemato la “manopola” di bloccaggio del piede poppiero (complesso eliche-timone), da stringere una volta diretto il barchino sul bersaglio e nell’imminenza del “tuffo” del pilota.
Allo stesso blocco da cui fuoriusciva la manopola era calettato il volantino per il sollevamento laterale dello Scarpone (piede poppiero).
Particolare della cabina pilota di un MTM
Carica esplosiva
La carica, di circa 300 Kg di tritolital, era contenuto in un cartocciere cilindrico in lamiera metallica. Questo era sistemato nel compartimento prodiero disposto per madiere e fissato su selle in legno che poggiavano sulle due chiglie- paramezzale. Sulle due basi del cartocciere erano sistemati, a sinistra, il congegno elettromeccanico di scoppio e, a destra, quello a piatto idrostatico per il comando dell’esplosione della carica al raggiungimento della profondità di taratura (8-12 metri per bersagli fermi,3-4 metri per bersagli in movimento).
I salsicciotti contenenti le piccole cariche del sistema detto “cannone” destinato al tracciamento del barchino erano collocati a contatto con il fasciame attorno alla paratia divisoria del compartimento prodiero con quello centrale ed erano collegati elettricamente ad una scatola di derivazione fissata sulla stessa paratia in cui confluivano i cavi elettrici del congegno principale di scoppio attivato dalla palmola.
Palmola
La palmola, una sorte di percussore molto particolare, era l’elemento essenziale per le operazioni di tracciamento del barchino all’urto e la conseguente esplosione della carica principale.
Tale struttura, collegata ai congegni di scoppio elettromeccanici, venne sistemata all’esterno delle scafo, sulla parte terminale della coperta a prora. Per operare contro le ostruzioni la palmola era stata dotata di un elemento centrale ribaltabile, detto “baffo” che, quando armato, si disponeva verticalmente oltre la prora, con la testa poco sotto il pelo dell’acqua per impegnare eventuali cavi disposti orizzontalmente, attivando in tal modo il sistema dei congegni di scoppio (cannone e carica principale)
Negli ultimi modelli di MTM, l’esplosione della carica principale poteva essere predisposta per avvenire immediatamente all’urto contro il bersaglio, ad una predeterminata profondità, o mediante un congegno a tempo, detto anche di “fine corsa”, che entrava in funzione nel caso il motoscafo avesse mancato il bersaglio allo scopo di impedirne la cattura.
Per saperne di più
I MEZZI D’ASSALTO ITALIANI 1940-1945 – Erminio Bagnasco
Il novecento fu un secolo frenetico, denso di difficoltà ma anche – forse per questo – di personaggi geniali, quasi leggendari, che dedicarono la vita all’innovazione tecnica in una inarrestabile corsa al progresso.
Grazie a questi uomini, spinti da una fervida vocazione sperimentale, presero forma audaci progetti e furono costruite macchine avveniristiche che ridefinirono i limiti tecnologici della loro epoca. Con quelle stesse macchine, equipaggi di arditi si avventurarono in esplorazioni ed imprese belliche che richiesero il più estremo coraggio, tanto da suscitare l’attonita ammirazione del nemico…
Testo ed immagini tratti dal libro
I MEZZI D’ASSALTO DELLA Xa FLOTTIGLIA MAS 1940- 1945
di MARCO SPERTINI e ERMINIO BAGNASCO, ALBERTELLI Editore
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