I Mezzi d’Assalto, dagli albori alla Decima Flottiglia MAS

Il Presidente Francesco COSSIGA

Il Presidente della Repubblica Francesco COSSIGA

…In questo magico sito della costa d’Italia, iniziarono nel 1938 le attività addestrative dei mezzi e dei reparti speciali della Marina Militare che testimoniarono ancora una volta l’alta professionalità, la dedizione al dovere, l’impegno, l’ardimento fatto di corazzo e anche fatto di fantasia tutta italiana, dei mostri marinai in azioni epiche e gloriose.

Tra le massime glorie nazionali che il nostro popolo non può e non deve dimenticare se non vuole dimenticare e negare se stesso, vanno, infatti, annoverate le gesta eroiche dei Mezzi d’Assalto della Marina Italiana. Esse iniziarono alla fine della prima guerra mondiale con l’affondamento della corazzata Viribus Unitis, nave ammiraglia austro-ungarica, ad opera del Tenente del genio navale Rossetti e del Tenente medico della Marina Militare, Paolucci. E continuarono nella seconda guerra mondiale con le imprese di Suda, di Gibilterra, di Malta, di Alessandria d’Egitto di cui noi oggi specificatamente ricordiamo e celebriamo il glorioso cinquantesimo anniversario, con le imprese condotte nel lontano mar Nero.

I circa duecento uomini che servivano nei mezzi d’assalto subacquei e di superficie affondarono il 38% del naviglio militare avversario distrutto dalla nostra Marina Militare nel corso del secondo conflitto mondiale ed il 15% di quello mercantile. Nell’impresa di Alessandria, nel dicembre del 1941, resero inutilizzabili le due corazzate britanniche presenti in Mediterraneo orientale. Atti di grande valore che furono riconosciuti, così come fu riconosciuto nella Camera dei Comuni dal Primo Ministro di quella coraggiosa Nazione che era la Gran Bretagna, il valore della Brigata Folgore in Africa, imprese che furono riconosciute dai nostri avversari tanto che fu il Comandante della flotta  britannica del Mediterraneo, così duramente colpita, a richiedere, dopo il doloroso armistizio, il privilegio di poter appuntare la medaglia d’oro a chi, di quella operazione, come ha ricordato il Ministro della Difesa, si era reso artefice.

Estratto del discorso del Presidente della Repubblica,Francesco COSSIGA, pronunciato in occasione della consegna della Bandiera di Combattimentoa COMSUBIN  il 9 giugno 1991

100 uomini contro due flotte

Il libro dell’Ammiraglio Spigai

Per cercare di rendersi conto di che cosa siano effettivamente stati i mezzi d’assalto della Marina Militare italiana nella pressoché trentennale durata della loro attività, bisogna prima di tutto risalire a una considerazione storica di carattere generale.

Tale  considerazione è alquanto semplice: nell’arte della guerra, come nelle arti belle e nelle scienze, come nella Religione e nella Filosofia, l’umanità si manifesta di consueto con una evoluzione a carattere continuo. Solo qualche volta incorre  in esplosioni di singolare efficacia e potenza, che, spogliate del loro contenuto di poesia, possono essere considerate come affermazioni discontinue della vitalità di un popolo: per dirla ancora più freddamente, come “indici discreti” della capacità di quel popolo di costituire fattore determinante dell’evento storico in corso di svolgimento…

…I mezzi d’assalto sono manifestazione diretta, naturale e sublime del genio italiano nel campo militare. In Italia nacquero, in Italia si svilupparono, in Italia risorgeranno quando sarà necessario…

…I mezzi d’assalto sono italiani, e solo italiani, perché tale è la loro natura; e noi ci azzardiamo a prevedere che anche in avvenire efficienti mezzi di assalto potranno realizzarsi solo in Italia ove si alimenti, in modo in parte naturale e in parte sovrannaturale, da elementi innati nella razza, il genio che li anima…

…Nel corso di tutta la seconda guerra mondiale i mezzi d’assalto della Marina Italiana hanno subito perdite percentuali elevatissime, hanno inflitto duri colpi al nemico in momenti particolarmente critici della situazione navale nel Mediterraneo, ma non hanno ucciso praticamente nessuno…

…il mezzo d’assalto è stato l’unico mezzo di guerra che mirò unicamente alla distruzione del materiale del nemico…

dal libro dell ‘Amm. Virgilio SPIGAI “CENTO UOMINI CONTRO DUE FLOTTE”