Preludio dell’operazione G.A.1
Nella seconda quindicina di luglio 1940 l’Ammiraglio De COURTEN, da cui dipendevano i mezzi d’assalto, andò ad assistere ad una esercitazione a Bocca di Serchio.
Agli Ufficiali riuniti l’Ammiraglio disse che, non essendo stato possibile ridurre gli effettivi delle forze navali britanniche in Mediterraneo né con gli aerei, né con i sommergibili, era necessario tentare al più presto un’azione con i mezzo d’assalto.
In quel periodo erano disponibili alcuni apparecchi SLC, usati fino ad allora per gli allenamenti. Altri apparecchi, in corso di riordinamento presso Marinarsen Spezia non sarebbero stati pronti per la fine di Agosto, epoca stabilita per la prima missione; comunque anche questi apparecchi erano di vecchio tipo.
Per questa prima missione furono scelti i 4 migliori apparecchi il cui stato di efficienza era buono, anche se non perfetto, a causa del cattivo funzionamento delle pompe assetto. Detti apparecchi erano collaudati per una profondità di 30 metri col grande svantaggio di vincolare a tale quota massima d’immersione il sommergibile destinato al loro trasporto. Per tale missione gli SLC vennero rizzati su apposite selle sulla coperta del sommergibile Iride, rispettivamente due apparecchi a proravia e due a poppavia della torretta (per le missioni successive furono costruiti cassoni cilindrici, che permettevano il trasporto fino ad una quota di 90 metri).
La fine dell’Iride
Prima di eseguire l’immersione a 30 metri era indispensabile sistemare gli SLC nelle loro esatta posizione sulle selle e rizzati. Per far ciò occorreva portare il sommergibile in affioramento con la coperta circa 1 metro sott’acqua , per spostare gli apparecchi sollevati dalla loro stessa spinta.
Giunto su di un fondale di circa 14 metri, ancora a ridosso della costa, iniziarono le operazioni, quando i due apparecchi furono sistemati e rizzati, venne avvistata a 10° di prora a dritta alla distanza di circa 3500 metri una formazione di tre aerei nemici.
Il comandante del sommergibile, ritenuto inutile immergersi (data la profondità), diede immediatamente gli ordini di: “armamento del cannone e delle mitragliere a posto”, “pari avanti tutta” e quindi massima forza con i motori elettrici, (i termici erano sgranati), “chiudere gli sfoghi d’aria, chiudere le porte stagne”.
Per meglio comprendere la drammaticità di quegli attimi riportiamo in parte la relazione del comandante del sommergibile T.V. Francesco BRUNETTI, e successivamente quella del T.V. Luigi Duran de LA PENNE.
…Nel frattempo che la formazione nemica, giunta all’altezza della prora, aveva accostato di 90° a sinistra puntando decisamente sul Sommergibile. A circa 1500 metri due aerei siluranti si sono spostati sulla sinistra dell’unità, uno sulla dritta.
Mi sono messo personalmente al timone verticale, ho accostato a sinistra mettendo la prua sull’aereo centrale ed ho fatto aprire il fuoco con la mitragliera di dritta sull’aereo di dritta, con quella di sinistra su quello di sinistra.
Con questa manovra speravo di impedire il lancio all’aereo centrale per la posizione stessa nella quale costantemente lo tenevo. a quelli laterali o di allontanarli o colpirli col fuoco delle mitragliere.
L’aereo centrale ha tentato una solo volta di accostare per allargare il beta; giunto a 200 metri circa ha lanciato il siluro trovandosi a circa 10 metri di quota e a 3 o 4 gradi di prora a sinistra del Sommergibile. Gli altri due aerei sono sfilati di controbordo ad una distanza di circa 400metri, quota 10 metri circa mitragliando il Sommergibile all’altezza della coperta.
Appena avvenuto il lancio del siluro, da me esattamente veduto, ho tentato di accostare sulla sinistra per evitarne l’urto, ma data la brevissima distanza di lancio e la scarsa manovrabilità del Sommergibile il tentativo di manovra è risultato vano ed il siluro ha colpito l’unità esattamente di prora su di un Beta 0°…
… Dopo lo scoppio mi sono trovato in mare, completamente coperto di nafta. Il Sommergibile era affondato immediatamente fortemente appruato, non rimaneva fuori acqua che qualche metro dell’estrema poppa. …
27 Agosto 1940
Il C.te del Sommergibile
T.V. Francesco Brunetti
… Il sommergibile si era rapidamente immerso e si poteva notare. La Torpediniera mollava subito gli ormeggi, mentre il “Monte Gargano” si appruava e sbandava sulla dritta.
Giunti in zona ove era affondato il sommergibile, si provvide al recupero dei naufraghi, mettendo un segnale sul punto dove si vedeva la fuoriuscita d’aria e di nafta. …
… Dopo molti tentativi, facendo immersioni senza alcun apparecchio di respirazione, si riusciva a stabilire il collegamento stesso. …
… Iniziai il lavoro di recupero assieme agli altri operatori. Il lavoro era molto faticoso causa il freddo sopratutto durante la notte, perché le immersioni erano fatte a corpo nudo, e per il continuo dover risalire a galla per cambiare i respiratori che avevano un’autonomia di 20 minuti. …
… Erano circa le 1600 quando, battendo con un martello lungo lo scafo riuscivo ad avere risposta dall’interno del sommergibile,con la notizia che erano nel compartimento dodici persone senza alcun Ufficiale.
Comunicai quindi che si sarebbe messo in pressione il locale tramite mediante la pompa …
…Gli uomini potevano restare, tra fuoriuscita di una persona e quelle successive, ad attendere nella campana d’aria che si doveva formare.
…Aperta la porta stagna dall’interno, manovra che si notò a galla causa la forte quantità d’aria che uscendo dal locale veniva in superficie, si vide affiorare la prima persona che era uscita dal locale e successivamente le altre.
… Il giorno successivo venivano recuperati gli SLC che non risultarono eccessivamente danneggiati.
T.V. Luigi Duran De La Penne
Golfo di Bomba (Cirenaica), 22 agosto 1940
– Operazione G.A.1 –
Affondamento del sommergibile Iride e siluramento del piroscafo Monte Gargano.
Schizzo approssimativo della manovra degli aerei britannici.
Monte Gargano e Iride colpiti a morte
Il Monte Gargano affonda ma, fortunatamente, l’equipaggio riesce a mettersi in salvo e non subisce perdite. L’Iride invece, colpito di prora, affonda repentinamente, anche se su un fondale compreso tra i 16 ed i 20 metri. Nella speranza che qualcuno dell’equipaggio dell’Iride fosse ancora vivo, il comandante Giorgini ordina a Tesei, Toschi De La Penne e Lazzari di immergersi per verificare la situazione, anche se dovranno farlo in apnea in quanto tutto il materiale subacqueo è andato a fondo con il sommergibile. Nel frattempo Birindelli e Paccagnini vengono inviati a Tobruk con un autoveicolo, per prelevare il materiale da palombaro e sommozzatore necessario alle operazioni di soccorso. Anche la Calipso viene inviata a Tobruk con gli stessi compiti.
Le apnee per individuare il relitto dell’Iride si susseguono vorticose fino a quando, finalmente, Tesei alla sua terza immersione non riesce ad individuarlo. Tocca poi a Toschi che, alla sua prima immersione, riesce a descrivere con maggiore chiarezza la situazione che si è creata sul fondo. Il sommergibile giace su un fondale sabbioso e risulta spezzato in due all’altezza della camera di manovra, tra la torretta ed il cannone. Il troncone di prora è girato sul fianco sinistro con una angolazione di 90°. Toschi riferisce anche che da un portello prodiero fuoriesce una grande quantità d’aria, segno evidente che l’interno del sommergibile si sta rapidamente allagando.
Da Tobruk arriva il materiale subacqueo
Giunto finalmente il materiale subacqueo da Tobruk tutti gli incursori iniziano ad immergersi a turno per cercare evidenze di eventuali superstiti. Finalmente, dopo molti tentativi andati a vuoto, alle 18:25 Tesei riesce a sentire dei colpi battuti dall’interno dello scafo all’altezza della camera di lancio poppiera.
Le febbrili operazioni per liberare i sopravvissuti riescono a riportare in superficie 7 uomini. Purtroppo per due di essi, a causa di una embolia traumatica ed una emorragia interna, giunge noncurante la morte, malgrado gli sforzi profusi per salvargli la vita.
Consuntivo dell’operazione G.A.1
L‘operazione G.A.1 si conclude tragicamente con la perdita del sommergibile Iride e l’affondamento del Monte Gargano. Con l’Iride scompaiono 31 persone, tre Ufficiali, otto Sottufficiali e venti tra Sottocapi e Comuni.
Con il recupero della bandiera dell’Unità e la chiusura dei portelli si sigillò una tomba che restituì i suoi morti dopo molto tempo . Così si concluse la prima operazione dei mezzi d’assalto. La G.A.1 era purtroppo fallita, ma non per questo le azioni si fermarono.
I caduti dell’Iride nell’operazione G.A.1
Agostino ANGELORI
Diego Mistruzzi
Pietro VICARI
Luigi DEVOTO
Giuseppe PUTIGNANO
Federico MADDOLI
Michele ANTINORO
Vitantonio DE GREGORIO
Giuseppe RIGGIO
Ferruccio RIVA
Pasquale VERSACE
Leone BAGNARIOL
Roberto BATTELLI
Ugo CISLAGHI
Sergio CONTE
Mario DELLE PIANE
Fernando FANTONI
Alfio SCARIGLIA
Ciro ESPOSITO
Gerardo GABORIN
Michele LAZZARO
Ettore LORENZI
Pericle PAVESI
Gennaro PRISCO
Attilio QUALIA
Attilio RONCHETTI
Alfonso SOLLECITO
Remo SPATOLA
Ernesto TESORIERO
Flavio TORACCA
Alessandro TROISE
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