Preludio dell’operazione B.G.4
Il forzamento della Piazzaforte di Gibilterra, già ripetutamente tentato nei mesi passati senza esito, fu stabilito per il novilunio di Settembre in cui si potevano ancora incontrare con buone probabilità condizioni meteo favorevoli. Le informazioni sulla presenza di navi inglesi nel porto davano per certa la presenza di una nave corazzata tipo NELSON, delle navi portaerei ARK ROYALE FURIOS, dei due incrociatori SHEFFIELD ed HERMION, oltre a numerosi cacciatorpediniere. In rada era in formazione un numeroso convoglio.
In base agli ordini emanati da SUPERMARINA il sommergibile Scirè, al comando del Capitano di Corvetta Junio Valerio Borghese, lasciò La Spezia la sera del 10 Settembre con a bordo i mezzi speciali, e, dopo aver attraversato felicemente lo stretto di Gibilterra nella notte sul 16, raggiungeva la sera del 17 le acque di Cadice, dove imbarcava gli operatori dei mezzi speciali, che nel frattempo erano stati colà inviati via aerea. All’alba del giorno 18 il sommergibile riprendeva il mare, dirigendo per la baia di Algesiras.
Scatta l’operazione B.G.4
la sera del 19 SUPERMARINA confermava la presenza delle navi. Il Comandante Borghese, viste le condizioni meto-operative favorevoli, decideva di conseguenza l’azione. Alle 21.00 lo Scirè raggiungeva il punto stabilito in fondo alla rada per l’uscita degli operatori, che avveniva verso le 00.30 del giorno 20.
Terminata la fuoriuscita il rilascio e le opportune verifiche dei maiali, gli operatori, mantenendosi in contatto visivo, si allontanavano (ore 01.15) verso il porto. L’ordine era quello di tentare di entrare nel porto per attaccare le maggiori unità nemiche. Nel caso di difficoltà erano stati loro assegnati come obiettivi secondari i piroscafi in rada. Il sommergibile subito dopo dirigeva per uscire dalla rada e prendeva la rotta di ritorno alla Spezia.
l mezzi d’assalto, pur mantenendosi in contatto, avvertirono subito delle difficoltà, dovute principalmente al vento fresco di levante, che rese faticosa la navigazione e difficile il mantenimento del contatto. A ciò si aggiunse l’intensa vigilanza esercitata dal nemico con vedette e imbarcazioni speciali e con il frequente lancio preventivo di bombe subacquee, che obbligarono tutti gli equipaggi a manovrare ripetutamente per sottrarsi alla ricerca. Durante tali manovre tutti gli apparecchi si persero di vista.
Piroscisterna Fulgor
Designata con il nominativo convenzionale di Base C, la Fulgor (pirocisterna di 6.504 tsl trasferitasi nel porto di Cadice da Huelva il 29 luglio 1940) era stata attrezzata come nave appoggio-sommergibili per le unità subacquee italiane operanti in Atlantico. Sulla nave era stato impiantata una base di rifornimento siluri-nafta-olio e di materiali di consumo e di viveri. I siluri e i viveri erano inviati dall’Italia; i rimanenti materiali erano stati invece prelevati dai mercantili italiani internati nei porti spagnoli dall’inizio delle ostilità.
Per consentire agli operatori degli SLC di agire in perfette condizioni fisiche, li si faceva giungere in Spagna in aereo (debitamente muniti di documenti atti a sviare i sospetti sia degli spagnoli sia degli inglesi) per essere avviati, in tutta segretezza, sulla Fulgor alla fonda nel porto di Cadice dall’inizio della guerra.
Gli Incursori ripresi probabilmente all’interno del consolato italiano di Siviglia al termine dell’operazione B.G.4
Da sn.: Visitini, Magro, (?), Vesco, Zozzoli, Catalano, Giannoni, (forse Bertozzi?)
Esito dell’Operazione B.G.4 – Recupero degli Operatori – Rientro dello Scirè
Gli scoppi delle cariche avvenivano tutti regolarmente all’orario prestabilito. L’unità attaccata dal primo SLC per effetto dell’esplosione, si immerse di poppa e venne rimorchiata in secco. Era la motonave armata DURHAM di 15893 tonnellate.
L‘unità attaccata dal secondo SLC, si spaccò in due tronconi all’altezza del fumaiolo. Risultò essere la petroliera FIONA SHELL, di circa 5.000 tonnellate.
L‘unità attaccata dal terzo SLC si appoggiò sul fondo. Risultò essere la petroliera DEMBYDALE di 17.000 tonnellate, la stessa fine toccò ad una piccola petroliera affiancata alla predetta.
Giunti a terra, gli equipaggi si avviarono per incontrare nostri connazionali inviati ad attenderli. Scoperti dai gendarmi spagnoli, venivano fermati e condotti alla tenenza de La Linea, dove dichiararono di essere dei naufraghi italiani. Più tardi furono condotti a Siviglia e successivamente autorizzati a rimpatriare.
Il Sommergibile Scirè, dopo il rilascio dei mezzi speciali, si allontanò dalla rada di Algesiras ed all’alba era fuori dallo stretto; per tutto il giorno 20 e 21 fu sottoposto senza essere scoperto, ad una accanita ricerca da parte di unità inglesi. Rientrò felicemente alla base di La Spezia il 25 Settembre.
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