Prologo dell’operazione B.G.2
H‘Operazione B.G.2 può essere considerata la prosecuzione dell’Operazione B.G.1, interrotta a 50 miglia dall’obiettivo, perché è proprio a quella distanza dal porto di Gibilterra che il sommergibile Scirè venne richiamato a causa dell’uscita dal porto della squadra inglese.
È bene far notare che tanto gli operatori come i mezzi erano gli stessi, con la sola eccezione della riserva Enrico Ario Lazzari sostituito dal Giuseppe Viglioli, (Lazzari nell’agosto del 1940 erano nel Golfo di Bomba a bordo del sommergibile Iride e nel Settembre 1940 aveva tentato una missione contro Gibilterra).
È in questa missione che il comandante Borghese dimostrò sangue freddo e una notevole perizia nel condurre lo Scirè. Dopo aver superato le difficoltà legate alla navigazione subacquea in un mare condizionato dalle violente correnti dello Stretto di Gibilterra, il comandante Borghese fece emergere il sommergibile a 350 metri dalla costa Spagnola e a sole 3 miglia dall’imboccatura del porto di Gibilterra. Questa missione gli varrà la Medaglia d’Oro al Valore Militare.
Supermarina
Con il Fg. n° 6430 (S) il 17 Ottobre 1940 SUPERMARINA inviava al comandante Borghese l’ordine particolare per la missione B.G.2. Nell’ordine venivano ribadite le disposizioni già emanate per l’Operazione B.G.1, data e ora di partenza da La Spezia, rotte da seguire, modalità per l’avvicinamento ultimo al punto di fuoriuscita degli operatori, modalità per la fuoriuscita degli operatori e rotte degli SLC. Inoltre dettava le disposizioni per la preparazione degli apparecchi, l’assegnazione (di massima) dei bersagli, per il recupero degli operatori ad attacco ultimato e la rotta di rientro dello Scirè.
I rapporti di missione dei protagonisti dell’operazione B.G.2
Di seguito riportiamo uno stralcio del “Rapporto di missione B.G.2 ” redatto il 3 Novembre 1940 dal comandante Borghese al suo rientro a La Spezia.
… Assegnazione dei bersagli
Dalle notizie pervenutemi, risultavano presenti in porto durante la notte dal 29 al 30 due navi da battaglia. Ho pertanto impartito i seguenti ordini in merito all’assegnazione dei bersagli:
- Apparecchio del T.V. Birindelli: Nave da battaglia più foranea;
- Apparecchio del Cap. G.N. Tesei (apparecchio di maggior autonomia): nave da battaglia più interna;
- Apparecchio del T.V. De La Penne: ricognizione visiva fra le boe, per assicurarsi della presenza di incrociatori o navi portaerei da attaccare; in loro mancanza doveva agire contro la nave da battaglia più foranea, colpendola a poppa (asse porta eliche), con la speranza di provocare così danni anche alla prora della contigua nave da battaglia più interna.
Dopo l’assegnazione degli obiettivi, il comandante Borghese da il via alla fuoriuscita della coppia di operatori Gian Gastone Bertozzi e Ario Lazzari, i quali hanno il compito di fungere da riserva, – qualora se ne manifestasse la necessità – e di precedere ed assistere le coppie titolari nelle manovre di apertura dei cilindri e la successiva estrazione dei mezzi. La coppia di riserva sarebbe successivamente rientrata nel sommergibile con le stesse modalità della fuoriuscita, cioè con il sommergibile emerso.
La relazione di Bertozzi
Seguiamo questa prima fase, estrapolandola dalla relazione del Ten. G.N. Bertozzi:
… Quando giungo all’altezza dei portelli dei cilindri avverto che il sommergibile sta riprendendo l’immersione, segno che gli operatori sono fuoriusciti tutti senza incidenti. Mi accingo subito all’apertura del cilindro di sinistra contenente l’apparecchio assegnato al T.V. De La Penne.
… Sopraggiunge intanto un operatore che poi riconosco per il T.V. De La Penne il quale libera gli ultimi due fermi, ed il portello e definitivamente aperto e debitamente fissato. L’apparecchio viene sfilato, il pilota esegue le verifiche necessarie.
… nel frattempo erano giunti a poppa il T.V. Birindelli ed il 2° Capo Paccagnini che avevano posto subito mano all’apertura del cilindro di dritta.
… L’apparecchio semisfilato è oggetto di una attenta verifica del Sig. Birindelli.
… esegue molte prove sulle pompe e sul reostato di avviamento
… Sono raggiunto nel frattempo dal 2° Capo Viglioli il quale mi annuncia che il Cap. G.N. Tesei è partito regolarmente circa alle ore 0320…
Ritornati ambedue nella torretta faccio i segnali convenuti per l’emersione.
… Rientro molto provato fisicamente con brividi di freddo e frequenti capogiri.
A questo punto, recuperata la coppia di riserva, il sommergibile esegue le previste manovre di esfiltrazione; gli attaccanti ognuno per proprio conto, eseguono la navigazione di avvicinamento all’obiettivo assegnato. L’operazione B.G.2 entra nella sua fase più critica. Seguiamo ora le fasi dell’attacco degli equipaggi dei 3 SLC:
Epilogo dell’operazione B.G.2
Il Comandante Junio Valerio Borghese nel suo libro “Decima Flottiglia MAS”, a proposito dell’operazione B.G.2, ebbe a dire:
“Anche questa missione non aveva conseguito il successo malgrado la tenace volontà degli operatori, per l’evidente inadeguatezza dei materiali, non ancora a punto. Ma segnava un notevole progresso rispetto alle precedenti, giacché per la prima volta si era arrivati a mettere in mare i mezzi insidiosi nel punto previsto, vincendo notevoli difficoltà naturali e gli apprestamenti difensivi del nemico; ed uno degli equipaggi era riuscito a penetrare nell’interno del porto, giungendo a 70 metri dal suo obiettivo“.
Le cause principali dell’insuccesso della seconda operazione contro Gibilterra erano da ricercarsi nei difetti di funzionamento degli SLC e nelle non trascurabili deficienze riscontrate negli equipaggiamenti degli operatori (autorespiratori, tute gommate, ecc.).
Per saperne di più
Decima Flottiglia MAS – Junio Valerio Borghese
Storia della genesi, evoluzione e battaglie dell’arma che ha sconvolto i fronti di guerra del Mediterraneo: la DECIMA FLOTTIGLIA MAS, scritta da uno dei principali protagonisti, il principe Junio Valerio Borghese MOVM.
Sempre il comandante Borghese nel citato volume scrive:
“Per la prima volta i marinai d’assalto italiani erano penetrati in una base inglese, portando la nuova arma ad una distanza minima dal bersaglio, rivelando il segreto dell’esistenza della nuova minaccia: era logico attendersi che accorgimenti sarebbero stati escogitati dal nemico per evitare la riuscita di tentativi analoghi.
In un primo momento, all’esplosione della testa carica dell’apparecchio, gli inglesi credettero si trattasse di una bomba d’aereo: ma dopo la cattura di Birindelli e Paccagnini, non ebbero più dubbi sulla natura dell’attacco portato alla loro base. Inoltre il maiale abbandonato in moto da Tesei, dopo aver gironzolato di qua e di là nella baia, non seppe fare di meglio che andarsi ad arenare sulla costa spagnola, vicinissimo a Gibilterra.”
Gli inglesi iniziano a capire
Il fatto che uno degli SLC fosse andato ad arenarsi sulla costa spagnola, in effetti, non sfuggì agli inglesi che ebbero la certezza della minaccia portata alle loro basi navali in Mediterraneo dallo speciale reparto della Marina italiana, come si evince dall’estratto della pubblicazione inglese “Confidential Admiralty Fleet Orders” del novembre 1940 nella parte riferita alla B.G.2:
“Gibilterra è stata recentemente attaccata, senza successo, da un mezzo a forma di siluro con eliche scoperte di bassa potenza, trasportate da uno o due uomini, esternamente, che vestivano un costume succinto da tuffo. Questo mezzo può penetrare attraverso reti con maglie più grandi di 42 pollici. La maggiore vigilanza deve essere quindi esercitata nel pattugliamento delle difese a catena o su barra e dei cancelli laterali o vie di accesso (varchi) specialmente in località soggette a simili attacchi.”
La reazione inglese a tale scoperta fu immediata. La citata pubblicazione riporta:
“Si potrà avere sicurezza se le pattuglie su mezzi a motore esploderanno cariche di una libbra a intervalli irregolari da 20 a 40 minuti, all’ingresso del porto, circa a 30/40 yards fuori dalle difese di reti, durante le ore di buio, quando la marea ed il tempo sono favorevoli ad attacchi di mezzi a motore, come descritto nel precedente messaggio, i cui equipaggi vestono scafandri speciali.
Le cariche dovranno essere regolate in modo da esplodere sul fondo.”
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