Per i “Taccuini di Storia” accenneremo oggi alla storia delle Bandiere di combattimento preludio al prossimo post che avrà per titolo “Lo strano caso della Bandiera di guerra di COMSUBIN”.

Secondo la tradizione, le Repubbliche marinare di Venezia e Genova utilizzavano in combattimento una bandiera tenuta accuratamente da parte e, pertanto, nuova e dai colori brillanti. Gli ufficiali indossavano, in quelle occasioni, gli abiti migliori e più sgargianti e alla gente era distribuita biancheria pulita. Lo scopo di quest’ultima misura era quello di ridurre i rischi di infezione da ferita, mentre per gli ufficiali e per la bandiera servivano colori vivaci e non appassiti, dal sole e dal tempo, per permettere a tutti, amici e nemici, di riconoscerli nel fumo e nella confusione dello scontro e della mischia.

A queste abitudini, vecchie di mille e oltre anni, seguì la consuetudine, nella seconda metà del XIX secolo, dopo la concessione alle navi da guerra di alzare a riva il vessillo del Regno sardo piemontese, del dono della Bandiera di combattimento da parte di città, province, comitati e associazioni legati al nome delle singole unità, ossia della “loro nave“.

Cucite a mano e realizzate con tessuti preziosi

Cucite a mano e realizzate con tessuti preziosi, queste Bandiere erano custodite in cofani che rappresentano, a loro volta, nel rispetto degli stili del momento, vere e proprie opere d’arte degne della migliore tradizione artigiana del nostro Paese. Conservata nell’alloggio del comandante, la Bandiera di combattimento riposa per anni, talvolta per sempre, in attesa di un preciso momento, sempre uguale nei secoli, quando il più giovane guardiamarina di bordo la prende di persona e la trasferisce, pronta per essere issata nell’imminenza dello scontro dopo che la tromba ha suonato i tre squilli del posto di combattimento.

Sentendo l’esigenza di normare l’istituzione della Bandiera di combattimento, nell’ottobre del 1904, il Ministro della Marina, vice ammiraglio Carlo Mirabello, presentò al Re la seguente relazione:

«Maestà,
la consuetudine invalsa già da molti anni della offera della Bandiera di combattimento alle navi da battaglia per parte di comitati, di cittadini, di nobildonne, in rappresentanza di città, di provincie o di regioni, consuetudine che la Maestà del Vostro Augusto Genitore e S. M. la Regina Madre vollero confermare, donando la Bandiera alle navi Re Umberto e Regina Margherita, rende ormai conveniente lo stabilire con sovrana deliberazione che ogni nave da battaglia della R. Marina abbia la propria Bandiera di combattimento.
Qualora a V. M. piaccia approvare in massima questa nuova istituzione regolamentare, l’unito decreto, che ho l’onore di sottoporre alla augusta firma di V. M., provvede anche alle modalità per le funzioni di consegna ed a quelle per la conservazione della bandiera e passaggio di essa ad altra nave, qualora quella, cui la bandiera fu consegnata, venisse per vetustà ad essere radiata dai ruoli».

Vittorio Emanuele III

Il 7 ottobre 1904 Vittorio Emanuele III (qui lo stralcio della Gazzetta Ufficiale nr.262), con regio decreto, istituì la Bandiera di combattimento:

[…] Ad ogni nave da guerra, meno quelle sussidiarie, dalla 3a classe in giù, e quelle di uso locale, sarà consegnata, durante il primo armamento o nell’epoca da stabilirsi dal Ministero, all’infuori della dotazione normale di bandiere, una bandiera nazionale che prende il nome di «Bandiera di combattimento». Questa bandiera, costruita secondo le norme regolamentari, sarà per ogni singola nave del tipo di grandezza immediatamente inferiore alla massima assegnata nell’inventario della medesima.

La bandiera di combattimento dovrà essere di stamigna di ottima qualità o eccezionalmente di stoffa di seta, ma senza alcun fregio speciale e porterà ricamato in bianco sulla tela aderente alla inferitura la scritta «Bandiera di combattimento».

La bandiera di combattimento sarà custodita a bordo in apposito cofano o cassetta, debitamente installa nell’alloggio del comandante o dell’ammiraglio […]

Il 5 ottobre del 1911, su ordine del Governo, le unità della Squadra Navale dopo aver bombardato i forti turchi posti a difesa di Tripoli, inviarono a terra due reggimenti da sbarco costituiti da marinai delle navi presenti in zona d’operazione comandate dal capitano di vascello Umberto Cagni. Nonostante l’esiguità dei marinai sbarcati – solo 1732 uomini – la Forza da Sbarco della Marina riuscì a tenere Tripoli, malgrado alcuni contrattacchi turchi, fino all’arrivo del Corpo di Spedizione del Regio esercito il successivo ottobre.

Una decorazione collettiva

Per consentire la concessione di una decorazione al valore “collettiva” che premiasse l’eroico comportamento della Forza da Sbarco della Marina, non solo nell’occupazione di Tripoli ma nel corso dell’intera campagna, il re Vittorio Emanuele III, concesse al “Corpo da Sbarco” della Regia Marina l’uso della bandiera nazionale che, in pari data, fu insignita di Medaglia d’Oro al Valor Militare. Il Foglio d’Ordini Ministeriale nr. 330 del 26 novembre 1911 riportava:

Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per gli Affari della Marina,

ABBIAMO DECRETATO E DECRETIAMO:

è concesso al Corpo delle forze da sbarco della Regia Marina l’uso della bandiera nazionale conforme a quella adottata per i Reggimenti di Fanteria.

La bandiera è data in consegna al Comando in Capo delle Forze Navali.

Il predetto Nostro Ministro è incaricato dell’esecuzione del presente decreto, che sarà registrato alla Corte dei Conti.

Dato a Roma li 16 novembre 1911

VITTORIO EMANUELE

Sentito il Consiglio Superiore di Marina,
Sulla proposta del Nostro Ministro per la Marina,

ABBIAMO DECRETATO E DECRETIAMO:

è concessa la medaglia d’oro al valor militare alla bandiera del Corpo da sbarco della Regia Marina, per l’ardire e l’eroismo dimostrato dal detto Corpo nelle varie azioni compiute nel mese di ottobre 1911 per l’occupazione della Tripolitania e della Cirenaica.

Il presente decreto sarà registrato alla Corte dei Conti.

Dato a Roma il 26 novembre 1911

VITTORIO EMANUELE

Bandiere di guerra

La Bandiera di combattimento anche per le navi sussidiarie

Nel 1912, con un ulteriore decreto – il nr. 1344 del 15 dicembre (qui lo stralcio Gazzetta Ufficiale nr. 1 del 02/01/1913)- fu poi istituita la Bandiera di combattimento anche per le navi sussidiarie iscritte nei quadri del regio naviglio, per quelle da battaglia di classe inferiore alla 6a e, infine, per le unità siluranti.

Il successivo decreto nr. 708, pubblicato nella Gazzetta ufficiale nr. 120 del 23 maggio 1939 (qui il Regio decreto nr. 708), che regolava la concessione delle bandiere alla Regia Marina, della Regia Accademia navale e del Battaglione San Marco si fissavano, altresì le norme aggiornate per la concessione, confezionamento, custodia e impiego delle Bandiere di combattimento e degli Stendardi delle Unità navali della Marina.

L’originale Bandiera da combattimento della Regia Marina venne ricostituita quale “Bandiera d’Arma della Marina Militare” con D.Lgs. del Capo Provvisorio dello Stato nr. 1305 del 9 novembre 1947 (qui lo stralcio della Gazzetta Ufficiale nr. 251), secondo una foggia rinnovata e in accordo con i criteri del nuovo Stato Repubblicano.

Nel 1949, il Presidente della Repubblica pro tempore, conferendo alla Bandiera navale l’onorificenza della Medaglia d’Oro al Valor Militare, usò per la Bandiera navale della Marina la specifica denominazione di “Bandiera di Combattimento delle Forze Navali della Marina Militare”.

La Bandiera di guerra

A partire dal 1973, con l’emanazione del regolamento SMD-G-106, il vessillo dall’originaria definizione di “Bandiera d’Arma” acquisiva quella definitiva di Bandiera di guerra.

Il Capo VII del regolamento SMD-G 106, REGOLAMENTO SUL SERVIZIO TERRITORIALE E DI PRESIDIO (Servizio di Presidio, Bandiere, Insegne, Onori, Cerimonie e Visite), recita:

BANDIERE MILITARI

ART. 54 Generalità

Le Bandiere nazionali delle Forze Armate dello Stato si chiamano «Bandiere militari».

ART. 55

Classificazione delle Bandiere militari Le Bandiere militari si distinguono in:

a) Bandiere di guerra (allegati nn. 12 e 13; tavv nn. 1, 2 e 3) concesse:

  • alla Marina Militare, all’Aeronatica Militare, al Corpo della Guardia di finanza, al Corpo delle Guardie di P.S. e, nell’ambito dell’Esercito, alle Armi dei Carabinieri, di Artiglieria e del Genio ed ai Servizi;
  • ai corpi dell’Esercito, della Marina Militare e dell’Aeronautica Militare destinati ad operazioni di guerra.

La Bandiera di guerra accompagna il corpo in tutta la sua vita di pace e di guerra.

Nell’ambito della Marina Militare, ad ogni unità navale o raggruppamento organico di unità navali minori e di aeromobili sono concessi, in base ad apposite norme, distinte Bandiere di Guerra denominate:

  • Bandiere di combattimento, che viene spiegata soltanto a bordo e nelle circostanze indicate al successivo art. 58;
  • Stendardo navale, che viene spiegato sia a bordo, sia a terra nelle circostanze specificate al successivo art. 57 (tavola n. 4).

Le Bandiere di guerra hanno precedenza su tutte le altre bandiere.

b) Bandiere degli istituti militari: concesse agli istituti ed alle Scuole militari (allegato n. 12 e tavole nn. 1, 2 e 3. Esse sono equiparate alle Bandiere di guerra.

c) Bandiere di presidio: in dotazione al Ministero della Difesa e a tutti gli enti militari retti da ufficiali, ai posti di confine, a tutti i comandi territoriali dell’Arma dei Carabinieri e della guradia di Finanza retti da sottufficiali ed a tutti i comandi di sezione del Corpo delle Guardie di P.S. (allegato n. 14 e tavola n. 5).

d) Bandiere navali: assegnate a comandi, enti, unità navale e imbarcazione della Marina Militare, nonché al naviglio ed alle imbarcazioni delle altre Forze Armate (allegati nn. 14 e 15, tavola n. 5).

ART. 56

Concessione delle Bandiere di guerra e delle Bandiere degli istituti

Le bandiere di guerra e le Bandiere degli istituti militari sono concesse dal Presidente della Repubblica.

Possono essere offerte da associazioni nazionali, da enti o privati, previa autorizzazione ministeriale.

Esse non sono comprese fra i materiali in carico amministrativo.

Giornata della Marina 2023

Nella “Giornata della Marina” festeggiata a La Spezia il 9 giugno u.s. è stata consegnata a nave Vulcano la Bandiera di combattimento e il cofano.

Alla presenza del Ministro della Difesa, onorevole Guido Crosetto, del sottosegretario di Stato alla Difesa, onorevole Matteo Perego di Cremnago, del Capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, del Capo di stato maggiore della Marina Militare, ammiraglio di squadra Enrico Credendino e di numerose altre autorità religiose, civili e militari, i Gruppi ANMI di La Spezia, Lerici e Sarzana hanno donato la Bandiera di combattimento e il cofano a nave Vulcano, alla fonda nelle acque antistanti la passeggiata Morin. La Bandiera è stata consegnata nelle mani del Capitano di Vascello Alberto Maria Mancini, comandante del Vulcano, quindi è stata benedetta dall’Arcivescovo Santo Marcianò, Ordinario Militare e trasferita a bordo dell’unità navale dall’ufficiale più giovane per essere issata a riva. Tutto nel pieno rispetto della tradizione.

Consegna della Bandiera di combattimento a nave Vulcano
Consegna della Bandiera di combattimento a nave Vulcano

Il Sacrario delle Bandiere

A Roma, all’interno del Vittoriano si trova il Sacrario delle Bandiere dove sono custodite le Bandiere di Guerra dei Reparti disciolti di Esercito, Aeronautica, Carabinieri e dei Corpi Armati dello Stato nonché le Bandiere di Combattimento delle Unità in disarmo della Marina Militare dal 1935.

La bandiera più antica attualmente custodita nel Sacrario è del 1860 e apparteneva alla fregata Giuseppe Garibaldi (ex Borbone), nave acquisita dal Regno delle due Sicilie all’Unità d’Italia.

Al suo interno sono conservati anche altri cimeli della Marina, fra cui il MAS 15 che, al comando dell’allora sottotenente di vascello Luigi Rizzo, il 10 giugno 1918 fu protagonista dell’affondamento della corazzata austro-ungarica Szent István.

Di fronte al MAS 15 è esposto anche un SLC e la torretta del regio sommergibile Scirè.

Dall’interno del Sacrario si accede al del Sacello del Milite Ignoto, qui tumulato il 4 novembre 1921.

Sacello del Milite Ignoto al Vittoriano
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